Page 119 - L'onorata società
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Regioni il 1° giugno 2009, l'Autorità presieduta da Antonio Catricalà ha
auspicato una separazione netta tra i due tipi di servizi: «L'opacità
regolamentare può indurre Trenitalia a segmentare artificiosamente la
domanda dei viaggiatori, forzandola all'acquisto di servizi a prezzo libero
laddove dovrebbero essere forniti servizi universali». Tradotto, vuole dire
una cosa del genere: se Trenitalia sposta di mezz'ora in avanti l'ultimo
treno (a servizio universale) utile per arrivare a Milano, piazzandolo troppo
a ridosso dell'apertura degli uffici, e dà la precedenza a un convoglio più
veloce (a prezzo di mercato), i clienti si vedranno costretti a scegliere tra
alzarsi dal letto all'alba oppure pagare un biglietto più salato.
L'Autorità sottolinea anche la necessità che il servizio universale venga
affidato attraverso lo strumento della gara pubblica, che permette di
minimizzare i costi per la collettività e garantisce una migliore qualità
dell'offerta. Il bersaglio è preciso: gli interventi legislativi che di recente
hanno ampliato gli spazi per l'affidamento diretto dei servizi ferroviari
locali. Si tratta di due piccole norme che nel 2009 hanno cambiato di molto
il senso della legge sui trasporti ferroviari regionali. Da un lato la durata
dei contratti stipulati dagli enti locali con Trenitalia o altri operatori è stata
portata da 9 anni a un minimo di 6, rinnovabili per altri 6. Dall'altro, in
barba alla legge 133 del 2008 che elevava la gara pubblica a metodo
ordinario, è stata introdotta una deroga a questo principio. Secondo
l'Antitrust sarebbe una scorciatoia che priverebbe la collettività dei
vantaggi conseguibili attraverso le normali procedure di gara. Inoltre,
verrebbe limitato il potere contrattuale dell'autorità pubblica sulle
condizioni proposte dalle società affidatane.
Conclusione, dopo un intero anno passato in un estenuante tira e molla
senza contratti, gli accordi tra Regioni e Trenitalia per la gestione del
trasporto pubblico locale si sono trasformati in una partita a scacchi. In
palio, i 2,6 miliardi che la compagnia ha ricavato nel 2008 dal settore
pendolari, di cui 1,8 erogati dalle Regioni e 800 milioni frutto della vendita
di biglietti. Le tensioni maggiori si registrano in Lombardia, Piemonte,
Liguria e Veneto, che pretendono treni più puntuali e carrozze pulite,
confortevoli, meno affollate. «Se avessimo firmato subito la bozza
proposta,» dice Raffaele Cattaneo, assessore lombardo ai Trasporti
«avremmo avuto il raddoppio dei costi, o quasi. Senza alcuna garanzia che
i servizi sarebbero migliorati.»
Il Veneto è andato oltre e ha portato in giunta, per il settimo anno
consecutivo, una multa da 2 milioni a carico di Trenitalia. Che non avrebbe
rispettato gli accordi per quanto riguarda puntualità, pulizia e informazione.
L'assessore Renato Chisso ha paventato un'iniziativa futura sul versante
dell'allungamento dei tempi di percorrenza. Intanto, i 2 milioni saranno