Page 124 - L'onorata società
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notare che l'operazione, tra ritardi e rifiuto della precedente e più
vantaggiosa offerta di Air France-Klm, ha comportato un costo per la
collettività pari a 3-4 miliardi.
Il termine "patrioti" deve sicuramente risultare indigesto ai 40 mila
possessori di obbligazioni Alitalia. I cosiddetti "Mengozzi bond", emessi nel
2002 per un valore complessivo di 715 milioni, il 38 per cento dei quali
rimasti in mano a privati. Un pasticcio, che può essere riassunto citando il
caso esemplare della vedova di un pilota e dei suoi figli ancora piccoli. La
donna ha deciso di convertire quanto le spettava come indennizzo per la
morte del marito in azioni e obbligazioni della compagnia, ed è poi rimasta
invischiata nel fallimento. Sull'entità del rimborso da riconoscere ai
risparmiatori è andato in scena un balletto durato mesi. Dal 30 al 50, al 70
per cento: questi i gradini dei diversi impegni assunti dal governo. Con un
tetto massimo di 100 mila euro per ogni investitore. Dal momento che la
class action, l'azione di risarcimento collettiva, quando finalmente entrerà
in vigore, non avrà effetto retroattivo, non si sa come andrà a finire. Di
sicuro non benissimo.
Ma torniamo a Colaninno & C. Cento giorni dopo il loro decollo, sono
arrivati i primi bilanci sulla qualità e l'efficienza di Cai: disservizi, ritardi,
voli cancellati all'ultimo minuto. Come ai tempi di Alitalia. Idem per quanto
riguarda i conti, visto che nel primo semestre del 2009 la compagnia ha
continuato a perdere un milione e mezzo al giorno. Il sottosegretario ai
Trasporti, Roberto Castelli, ha perso la pazienza: «Ho approvato il decreto
che prevede per tre anni la protezione di Cai dall'Antitrust. Era necessario.
Ma chi esercita quello che è diventato una specie di monopolio temporaneo
ha una responsabilità in più: il servizio deve essere soddisfacente». E lo
stesso Castelli ha fornito i dati. Quattro voli annullati in una sola settimana,
dal 16 al 22 febbraio, sulla tratta Milano-Roma, alla faccia della Freccia
verde inaugurata in pompa magna. Ancora peggio sono andate le cose tra
il 2 e il 6 marzo, con ben 23 voli soppressi.
Quanto ai ritardi, hanno interessato dai 30 ai 93 voli alla settimana, una
percentuale superiore al 26 per cento. In estate le cose non sono
migliorate. Anzi: il tasso di puntualità è sceso intorno al 50 per cento, il
peggiore fra tutti i vettori europei. Per giunta, in particolare a Fiumicino, è
esploso il caos dei bagagli, perduti o riconsegnati dopo ore. Si è addirittura
cominciato a parlare di cambiamenti ai vertici della società.
A parte Roma Fiumicino, la situazione più critica si è registrata a Torino
Caselle. Dove volare è diventata una scommessa. Nella settimana tra il 30
marzo e il 4 aprile su 140 voli Cai in partenza, appena 40 sono decollati in
orario. Una ventina sono stati cancellati all'ultimo minuto. Nei mesi
successivi è stato addirittura il caos. Alcuni esempi: il 21 giugno il Roma-