Page 128 - L'onorata società
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sostiene che se proprio si vuole fare un servizio alla collettività non rimane
che procedere con lo spezzatino: «Dividere la società in tanti pezzetti e
venderla al migliore offerente». Non regge nemmeno la storiella delle
tratte poco redditizie verso le isole, coperte per puro spirito di servizio
pubblico. Anche su questo Ponti è netto: «Se vogliamo offrire un buon
prodotto al costo migliore, l'unica soluzione è quella di mettere a gara le
tratte e che vinca il migliore. Senza gravare sui conti pubblici».
Chiunque voglia farsi avanti, comunque, dovrà vedersela con un
autentico pezzo da novanta: l'inaffondabile boiardo Franco Pecorini. Nato il
15 maggio 1941 a Gavorrano, provincia di Grosseto, Pecorini siede sulla
poltrona della compagnia dal lontano 1984. Epoca in cui Bettino Craxi era
alle prese con il suo primo governo e Romano Prodi guidava l'Iri. Il
personaggio è passato come nulla fosse tra Prima e Seconda repubblica,
tra governi di destra e di sinistra. Sempre lì, da 25 anni seduto sul trono a
fare gli interessi dei suoi sudditi: 3 mila dipendenti attaccati alla giacca
dell'amministratore delegato, che rappresenta la garanzia del posto di
lavoro contro gli inesplorati sentieri della privatizzazione.
Pecorini passa il tempo dividendosi tra la sede di Roma e quella di
Napoli. Ma l'arte che più gli si addice è quella di stringere e tessere rapporti
con i potenti. Nel 2001 viene nominato Cavaliere del lavoro, due anni dopo
Karol Wojtyla lo insignisce del titolo di Gentiluomo di Sua Santità, carica
onorifica che divide, fra gli altri, con il sottosegretario alla presidenza del
Consiglio, Gianni Letta. Nel 2004 pure Confcommercio lo vuole con sé e lo
elegge alla carica di vicepresidente. La campanella dell'ultimo round al
vertice di Tirrenia suona per Pecorini durante il governo di Romano Prodi.
Sembra che il Professore avesse preparato l'uscita del manager sotto la
regia di Enrico Letta. Poi però è arrivato Clemente Mastella, il governo di
centrosinistra è caduto e Pecorini non solo è rimasto al suo posto, ma è
stato riconfermato per altri 3 anni. La sua flotta affonda, lui, stoico, rimane
al timone.