Page 110 - L'onorata società
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demolizioni.  L'ultimo  rapporto  di  Legambiente  ci  condanna  alle  nostre
          irresponsabilità. Tra villette per le vacanze, grandi alberghi a strapiombo
          sul mare e porti turistici con ristoranti e shopping center, solo nel 2009 la
          piaga  mattone  selvaggio  ha  fatto  registrare  3.674  infrazioni,  1.569

          sequestri  e  4.697  denunce.  Alla  faccia  del  turismo,  che  dovrebbe  essere
          una delle turbine della nostra economia. Un settore che muove una quota
          di Prodotto interno lordo di un punto inferiore all'edilizia, ma che garantisce
          livelli occupazionali persino superiori.

              L'Italia è il Paese con il tasso di natalità più basso d'Europa, ma con il
          più alto di consumo del territorio. Per dare un'idea, la Liguria negli ultimi
          vent'anni ha ingurgitato il 45 per cento della superficie libera. Dal 2001 al
          2006 in Veneto sono state costruite abitazioni per il triplo degli abitanti.

          Nella seconda metà del Novecento la provincia di Vicenza ha visto crescere
          la  popolazione  del  32  per  cento,  mentre  le  aree  urbanizzate  sono
          aumentate del 324 per cento. Sull'annuario Istat 2009 si legge che tra il
          1995 e il 2006 gli enti locali hanno autorizzato 3,1 miliardi di metri cubi di

          nuove costruzioni. Nonostante ciò si è acuita la mancanza di alloggi non di
          mercato, cioè ad affitti medio-bassi. La quota nazionale di edilizia sociale,
          quella  per  le  fasce  più  deboli,  è  stata  compressa  a  un  ridicolo  0,7  per
          cento. Sembra un paradosso, ma gli anni di boom del cemento non hanno

          per  nulla  soddisfatto  la  fame  di  abitazione  delle  famiglie  italiane  senza
          casa. Oggi Berlusconi promette 100.000 alloggi popolari. Vedremo.
              Uno studioso del calibro di Salvatore Settis, archeologo, direttore della
          Scuola Normale di Pisa, non ha peli sulla lingua: «Il piano casa proposto

          dal governo è un condono ex ante. Non solo legittima e depenalizza, ma
          incoraggia quello che fino a oggi era reato. Consegna città e paesaggio al
          partito  del  cemento,  al  saccheggio  di  speculatori  senza  scrupoli,
          devastando senza rimedio borghi e campagne». Come se non bastassero

          gli effetti dei condoni varati in passato. Quelli dei governi Craxi (1985) e
          Berlusconi (1994, 2003, 2004).
              La sanatoria è qualcosa di insito nel nostro Dna. Nel settembre 2004,
          Gabriella Carlucci, che dagli schermi televisivi era approdata in Parlamento

          nelle  file  di  Forza  Italia,  aveva  avanzato  addirittura  la  proposta  di  un
          "archeocondono":  pagando  il  5  per  cento  del  valore  ci  si  sarebbe  potuti
          mettere  in  regola  con  il  possesso  illegale  di  beni  culturali.  Mosaici,  vasi,
          capitelli corinzi: chi se li fosse ritrovati in giardino, o li avesse acquistati, o

          più  verosimilmente  rubati,  ne  sarebbe  diventato  il  legittimo  proprietario.
          L'onorevole  Carlucci  ammantava  l'idea  con  nobili  motivazioni:  «Non  lo
          svilimento  del  patrimonio  artistico,  ma  la  soppressione  delle  truffe
          archeologiche».  Per  fortuna  il  suo  emendamento  alla  legge  finanziaria

          venne  rispedito  al  mittente.  Complice  un  imbufalito  Giuliano  Urbani,
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