Page 75 - L'onorata società
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caso il decreto è stato ribattezzato "blocca-scalate", oltre che
"protezionista", per i suoi effetti negativi nei confronti del mercato e degli
investitori. Le associazioni dei consumatori, leggendo le indiscrezioni
giornalistiche secondo le quali si sarebbe trattato di misure prese dal
governo in sintonia con la Consob, hanno parlato di aspetti "inquietanti": la
Consob e il suo presidente, Lamberto Cardia, hanno strillato, dovrebbero
avere a cuore gli interessi di tutti gli azionisti, non solo di quelli di
controllo.
Così i nostri "baroni della finanza" hanno un'arma in più a disposizione.
L'intreccio perverso si sviluppa sull'asse che gravita intorno a Mediobanca,
in quello che da sempre viene definito il salotto buono della finanza
italiana. In pratica, tutti sono azionisti di tutti. Ma i personaggi chiave sono
quattro: Cesare Geronzi di Mediobanca, Giovanni Bazoli di Intesa-Sanpaolo,
Alessandro Profumo di UniCredit, Antoine Bernheim delle Generali.
Andando più in giù a guardare i posti nei consigli di amministrazione che
"contano", ricorrono sempre gli stessi nomi. Giulia Maria Ligresti, figlia di
Salvatore, e Gilberto Benetton siedono in cinque consigli a testa. Benetton,
come consigliere di Mediobanca, sta poi accanto a Jonella Ligresti, l'altra
figlia di Salvatore, che fino al 2008 aveva ben sette cariche, tra cui la
presidenza di Fonsai e la vicepresidenza di Premafin. Sempre nel cda di
Mediobanca si trova Carlo Pesenti (4 cda), che è anche consigliere di
UniCredit, dove ha come compagno di banco Salvatore Ligresti (5 cda). In
Pirelli, oltre a Giulia Maria Ligresti e Gilberto Benetton, c'è Giovanni
Perissinotto, amministratore delegato di Generali, che dovrebbe essere
concorrente di Ligresti.
Si potrebbe andare avanti per pagine e pagine, con la certezza di non
riuscire a capire più dove ci troviamo e da dove eravamo partiti. Tre
ricercatori, Paolo Santella della Banca d'Italia, Carlo Drago dell'università
Federico II di Napoli, Andrea Polo della University of Cambridge, hanno
allargato l'orizzonte oltre i gruppi finanziari, bancari e assicurativi,
scandagliando nome per nome la composizione dei consigli di
amministrazione di tutte le società quotate in Borsa. Periodo di
osservazione: dal 1998 al 2006. Lo scopo era quello di analizzare ricambi,
duplicazioni, sovrapposizioni, la rete che si forma sotto. Risultato: c'è una
Camera dei Lord composta da 75 persone, fra cui solo 3 donne, che collega
tra loro il 76 per cento delle società inserite nel listino. Da questa élite non
si esce se non in caso di morte. Molti hanno incarichi importanti
(presidente e amministratore delegato). Ben 25 sono azionisti rilevanti. La
disciplina dei rapporti tra società quotate che hanno in comune uno o più
azionisti appare assolutamente indispensabile. Invece la Consob continua a
rinviarla.