Page 73 - L'onorata società
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in altre 30 sono stati recuperati dopo averli chiesti, mentre in 47 casi non è
stato possibile ottenerli nemmeno dietro esplicita pretesa. Le risposte
ricevute dagli esperti dell'associazione sono al limite del grottesco. Alla
Banca Sella di Torino: «In questo momento non riesco a fare le fotocopie,
ripassi domani». Il giorno dopo: «Adesso non ho tempo, sono molto
impegnato». Alla Banca Etruria di Roma: «Abbiamo appena aperto, non
possiamo dare fogli interni». Alla Unipol Banca di Molfetta, in provincia di
Bari: «Sono sessanta pagine, mica può leggerle tutte». Alla Banca popolare
di Milano, sede di Napoli: «C'è tutto sul nostro sito».
Il mucchio selvaggio
In un mondo normale dovrebbe funzionare in maniera diversa. Noi
cittadini-consumatori dovremmo essere gli arbitri della partita, decidere
con le nostre scelte e i nostri comportamenti quali sono gli operatori
virtuosi, che meritano di stare sul mercato, e quali farebbero bene a
cercare fortuna altrove. Come? Semplicemente cambiando cavallo. Della
serie: non sei soddisfatto della tua banca? Rivolgiti a un'altra che sia in
competizione con la tua e che avrà tutto l'interesse a strappare anche un
solo cliente alla rivale. Nemmeno per sogno. Il nostro sistema creditizio,
che non parla inglese e magari non fallisce come gli istituti americani, ma
non parla nemmeno l'italiano, dal momento che la gente non capisce nulla
se non quando arrivano le fregature, ha una peculiarità: la concorrenza
praticamente non esiste. Puoi entrare e uscire da cento filiali, chiedere,
implorare, imbufalirti, ma difficilmente troverai condizioni davvero
differenti. E, soprattutto, migliori.
Il motivo c'è. Si potrebbe spiegare prendendo a prestito il nostro sport
nazionalpopolare: il calcio. Milioni di tifosi che seguono col fiato sospeso le
gesta dei loro beniamini e i risultati della squadra del cuore: Inter, Milan,
Juve, Fiorentina, Napoli, Roma, Lazio... Ipotizziamo che a un certo punto si
scoprisse che, grazie a sofisticati stratagemmi di diritto commerciale,
queste squadre siano più o meno controllate dalle stesse persone.
Proviamo a immaginare: Silvio Berlusconi, proprietario del Milan, siede nel
consiglio di amministrazione dell'Inter con Massimo Moratti. I due sono poi
legati nel patto di sindacato della Fiorentina con Diego Della Valle, che a
sua volta è nel board sia rossonero sia nerazzurro, ed è membro del
consiglio di sorveglianza della Roma. Che shock. La domenica sarebbe
meglio rimanere lontani dagli stadi e spegnere il televisore.
Nell'universo bancario le cose vanno esattamente così. L'Autorità
garante della concorrenza e del mercato non ha fatto sconti a nessuno. A