Page 55 - L'onorata società
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51,65  euro,  reimpianto  dentale  61,97  euro,  assistenza  al  parto  normale,
          con due ore di travaglio, 309,87 euro, intervento di ernia inguinale 619,75
          euro, e così via) e termina con gli esami (sangue 7,75 euro, urine 8,26, feci
          18,08...).  Idem  per  quanto  riguarda  gli  avvocati:  dallo  studio  della

          controversia  (minimo  50  euro)  a  ogni  singolo  atto  portato  davanti  al
          giudice  di  pace,  al  tribunale,  al  Tar,  alla  Cassazione,  con  tanto  di
          distinzione tra procedura civile e penale, tutto ha un suo prezzo. O, se si
          preferisce, un suo costo. E non fanno eccezione le altre categorie.

              I  risultati  sono  addirittura  bizzarri.  L'Ordine  dei  veterinari  di  Torino
          mette  in  piedi  tre  procedimenti  disciplinari  uno  dietro  l'altro  e  alla  fine
          sospende per tre mesi la dottoressa Laura Bertolazzi. La sua colpa? Avere
          creato  una  sorta  di  mutua,  Animal  City,  che  permette  a  molta  gente

          (poveri,  disoccupati,  anziani)  di  curare  gli  amici  a  quattro  zampe
          spendendo 12 euro a titolo di quota annuale e 8,50 per la singola visita,
          contro  una  tariffa  minima  professionale  di  18  euro.  Per  giunta,
          l'associazione aveva osato farsi pubblicità su alcuni giornali. Il presidente

          dell'Ordine,  Cesare  Pierbattisti,  non  ha  voluto  sentire  ragioni:  «È  vietato
          dalla  legge.  La  nostra  deontologia  impone  l'obbligo  di  rispettare  tariffe
          minime per tutelare il decoro professionale e garantire la correttezza delle
          prestazioni  sanitarie».  Per  motivi  completamente  opposti,  la  stessa

          identica sanzione è stata inflitta dal Consiglio nazionale forense, presieduto
          dal  professor  Piero  Guido  Alpa,  ad  Annamaria  Bernardini  de  Pace,
          l'avvocato matrimonialista più famoso d'Italia: le rimproverano di aver fatto
          pagare  parcelle  troppo  elevate  ai  suoi  clienti,  Paperoni  bisognosi  di

          divorziare senza rimetterci il patrimonio. Chiaro che ci vorrebbe libertà di
          concorrenza: chi vuole pagare di più per prestazioni considerate di livello
          eccezionale, lo faccia pure; chi vorrebbe spendere il minimo indispensabile,
          per una lite di condominio o simili faccende, dovrebbe trovare chi fa al caso

          suo.




                                                La tariffa non si tocca


          L'indomito  Bersani  nelle  "lenzuolate"  del  2006  ne  ha  anche  per  loro,  i

          professionisti.  Si  batte  per  l'abolizione  dei  minimi  tariffari.  Propone  la
          possibilità che la parcella venga negoziata tra le parti (tipo, una causa di
          separazione  a  500  euro  tutto  compreso)  e  che  il  "conto  finale"  possa
          essere  legato  ai  risultati  (magari  stabilendo  una  percentuale  su  un

          rimborso  riconosciuto  dal  giudice).  Inoltre,  l'ex  ministro  per  lo  Sviluppo
          economico  vuole  ammettere  la  pubblicità,  compresa  quella  comparativa,
          per fare conoscere prestazioni offerte, onorari, risultati ottenuti in passato.
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