Page 52 - L'onorata società
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milioni e 800 mila, gli italiani coinvolti nell'insieme delle attività che il
Colap rappresenta. «Una dimensione strutturale di notevolissima portata»
chiosa il Censis. E che cosa vogliono queste associazioni? Sicuramente,
come emerge dalla ricerca, il primo obiettivo è tutelare e valorizzare «la
ricchezza dei saperi, la qualità, l'innovazione». Ma bisogna anche difendere
le proprie prerogative e lottare contro gli "abusivi". E contemporaneamente
aumentare il peso politico. In altri termini, fare lobby. Per questo l'89,5 per
cento delle associazioni possiede un codice deontologico e l'82,3 prevede
organi interni deputati a sanzionare eventuali comportamenti scorretti
degli iscritti. Mini-ordini, insomma. Che in molti casi sognano in grande: di
diventare Ordini con la maiuscola.
Uno su mille ce la fa
Funziona così. Prendiamo, giusto per fare un esempio, i farmacisti, che
hanno tanto strillato contro l'ex ministro Pier Luigi Bersani, il quale, con la
sua smania liberalizzatrice, ha osato mettere in discussione vecchie regole
e consolidate rendite attraverso la nascita delle parafarmacie. Dunque, uno
si laurea in Farmacia. Ma non può fare niente fino a quando non supera
l'esame di Stato che abilita all'esercizio della professione. O meglio, che
abilita all'iscrizione all'Ordine dei farmacisti, senza la quale è vietato
vestire il camice bianco in quanto si rischia l'imputazione per esercizio
abusivo della professione. In definitiva, il tesserino è obbligatorio. A questo
punto si può iniziare a lavorare, seppure con un misero contratto di
apprendistato? Sì. Ma anche se si volesse, se si avessero da parte i milioni
necessari, sarebbe impossibile avviare un'attività autonoma, cioè mettere
su una farmacia con il proprio nome, o partecipare a società tra farmacisti.
Per questo passaggio, servono altri due anni di tirocinio in una farmacia,
oppure bisogna superare un concorso. Peccato che siano rarissimi, visto
che le farmacie messe sul mercato a concorso sono molto poche. Colpa
della pianta organica (e guai a chi la tocca) che prevede una farmacia ogni
tot abitanti. In aggiunta, l'Ordine organizza corsi per la preparazione
all'esame di Stato, ai concorsi regionali, e gran parte dei corsi Ecm
(Educazione continua in medicina) obbligatori per la categoria. Come se
non bastasse, gestisce l'Enpaf (Ente nazionale previdenza e assistenza
farmacisti), e i farmacisti, al pari degli altri professionisti che dispongono di
un'autonoma cassa previdenziale, sono terrorizzati all'idea che
un'eventuale, futura normativa possa imporre la sua confluenza nel
calderone dell'Inps.
Un groviglio di privilegi, potere, quattrini, difficilissimo da sbrogliare.