Page 56 - L'onorata società
P. 56

Da ultimo, intende consentire la nascita di studi multidisciplinari, nei quali
          intrecciare  competenze  di  specialisti  diversi:  avvocati,  commercialisti,
          consulenti del lavoro e quant'altro. Nello specifico dei notai, viene tolta loro
          una  piccola  ma  importante  prerogativa:  sparirà  il  Pra  (Pubblico  registro

          automobilistico)  e  per  i  passaggi  di  proprietà  di  auto  e  moto  sarà
          sufficiente la comunicazione alla Motorizzazione. Almeno in questo campo,
          niente più atti notarili.
              Molti giudicano le proposte di Bersani troppo blande, liberalizzazioni a

          metà. Altri (i diretti interessati) eccessive, spregiudicate, calate dall'alto:
          dov'è  mai  finita  la  tanto  sbandierata  concertazione?  Fatto  sta  che
          protestano tutti. Persino gli studiosi di faglie e terremoti. Pietro Antonio De
          Paola, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, mette in dubbio la

          stessa  legittimità  dell'intervento  di  Bersani:  «Non  si  capisce  perché  a
          occuparsi di riforma delle professioni sia lui, considerato che la materia è
          sempre  stata  di  competenza  del  ministro  della  Giustizia».  Raffaele  Sirica
          (scomparso  nell'aprile  2009),  numero  uno  dell'Ordine  degli  architetti

          nonché presidente del Cup, il Comitato unitario delle professioni, indica la
          rotta: «Il governo» sostiene «è intervenuto con l'accetta: l'abolizione dei
          minimi  tariffari  nel  settore  della  progettazione,  per  esempio,  rischia  di
          minare  la  qualità  dei  progetti  e  di  marginalizzare  il  ruolo  dei  progettisti

          liberi professionisti».
              I più infuriati, tuttavia, sono gli avvocati. Quelli che, qualche anno dopo,
          saranno i protagonisti di Studio illegale, il bestseller di Federico Baccomo,
          alias Duchesne, in cui si mettono alla berlina cinismo, ipocrisie, trucchi e

          cialtronaggini della categoria. Gli avvocati sono tanti. E contano molto. In
          Europa, solamente Liechtenstein e Spagna ne hanno un numero maggiore
          in  rapporto  alla  popolazione.  In  Italia  ce  ne  sono  un  terzo  in  più  della
          Germania e della Gran Bretagna e cinque volte più della Francia. Da anni si

          discute sulle cause e le responsabilità della lentezza della giustizia: 1.695
          giorni di media tra primo e secondo grado per una causa civile, secondo
          l'ultima  ricerca  in  materia,  condotta  da  Confartigianato.  «Le  regole  di
          svolgimento  del  processo»  scrivevano  già  nel  2003  sul  «Corriere  della

          Sera»  Francesco  Giavazzi,  della  Bocconi,  e  Daniela  Marchesi,  dell'Isae
          (Istituto di studi e analisi economica) «conferiscono ampi poteri di gestione
          del procedimento giudiziario alle parti e ai loro difensori, mentre la formula
          che determina gli onorari degli avvocati incentiva questi ultimi a utilizzare

          tali poteri per allungare il più possibile i processi.» In altri termini: finché
          gli  avvocati  sono  pagati  per  ogni  singolo  atto  prodotto  anziché  a  forfait,
          cioè  per  l'intera  causa,  è  evidente  che  non  avranno  mai  interesse  a
          condividere una riforma per snellire i processi.

              Il  sistema  della  tariffazione  va  difeso  a  oltranza.  Certo,  non  è  facile
   51   52   53   54   55   56   57   58   59   60   61