Page 59 - L'onorata società
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trovano. Il risultato è che, a tutt'oggi, non hanno mollato la presa. Lo
spiega chiaramente l'Antitrust di Antonio Catricalà nella sua Indagine
conoscitiva riguardante il settore degli ordini professionali, avviata nel
gennaio 2007 e chiusa esattamente due anni dopo. Obiettivo: vedere se e
come sia stata applicata la legge Bersani, con particolare riferimento
all'adeguamento dei codici deontologici. Sono stati passati alla lente
d'ingrandimento gli ordini e collegi degli architetti, degli avvocati, dei
consulenti del lavoro, dei farmacisti, dei geologi, dei geometri, dei
giornalisti, degli ingegneri, dei medici, dei notai, dei periti industriali, degli
psicologi, dei dottori commercialisti ed esperti contabili.
Il panorama che ne esce si può riassumere con uno slogan: ora e
sempre resistenza. Intanto è dura a morire l'idea che la tariffa minima sia
sinonimo di qualità. Solo Paolo Piccoli, trentino, nipote dell'ex leader
democristiano Flaminio, presidente del Consiglio nazionale del notariato,
ammette: «La tariffa di per sé non è affatto garanzia di qualità della
prestazione. In particolare, la deroga alla tariffa minima non è indice di
prestazione scadente in quanto ciò, evidentemente, può verificarsi anche
nel caso di prestazioni inadeguate nel pieno rispetto dei tariffari. Quello
che conta davvero sono i controlli». Detto questo, i minimi continuano a
esistere per gli stessi notai, «tenuti ad annotare a repertorio gli onorari in
base alla natura dell'atto secondo la tariffa ministeriale vigente ai fini
dell'esatto versamento della tassa d'archivio e dei contributi agli organi
istituzionali della categoria».
Siamo punto e a capo. Scrive l'Antitrust:
Alcuni ordini, come i notai e i giornalisti, continuano a prevedere nei
rispettivi codici deontologici l'applicazione delle tariffe minime o fisse per la
remunerazione delle prestazioni. Altri, come i medici, gli psicologi, i
geologi, gli ingegneri, cercano di superare l'abrogazione dell'obbligatorietà
dei minimi tariffari prevedendo espressamente l'obbligo di rispettare il
decoro professionale. È di tutta evidenza che l'utilizzo, in un codice
deontologico, della clausola generale del decoro nella determinazione del
compenso permette ai sistemi ordinistici di censurare la richiesta di
compensi inferiori ai minimi tariffari in quanto indecorosi.
Capito? Fatta la legge, trovato l'inganno. Quanto alla pubblicità, molti
collegi e ordini non hanno rinunciato a sancire a livello deontologico il
rispetto di clausole generali come la dignità professionale, l'immagine della
categoria, la moderazione, la sobrietà. Concetti utilizzati per limitare i
contenuti dei messaggi e per stabilire quali mezzi di diffusione siano
consentiti e quali no. Gli avvocati, ancora una volta, si sono distinti per i