Page 64 - L'onorata società
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ma di un settore estremamente importante. Il totale dei premi pagati dai
          cittadini nel 2007 è pari al 6,5 per cento del Prodotto interno lordo. La sola
          Rc auto pesa sul Pil per l'1,2 per cento. Il giudizio di fondo che ne emerge è
          molto negativo: si tratta di un mercato caratterizzato da forti vincoli alla

          concorrenza  e  da  elementi  distorsivi  delle  scelte  dei  consumatori.  La
          concentrazione è altissima: cinque imprese si spartiscono il 60 per cento
          del giro d'affari complessivo. Appena il 3,5 per cento degli assicurati alla
          fine di ogni anno cambia compagnia. Ci troviamo in un contesto ingessato,

          nel quale è difficile muoversi. Le cause? Contratti di lunga durata, scarsa
          informazione a disposizione della clientela per poter confrontare prodotti
          diversi, troppi vincoli per recedere.
              I  pochi  che  stanno  al  ponte  di  comando,  intanto,  realizzano  enormi

          profitti.  Il  cosiddetto  Roe  (Return  on  equity),  principale  indicatore  di
          redditività, è passato dal 4,8 per cento del 1998 al 12,4 per cento del 2007.
          Nel solo ramo danni (40 per cento del totale), i premi pagati sono cresciuti
          del 54 per cento in un decennio, mentre i costi per i sinistri sono aumentati

          del 28 per cento. Nella Rc auto, che vale la metà del ramo danni, nello
          stesso  periodo  i  premi  sono  saliti  del  55  e  i  costi  del  22  per  cento.  I
          ricercatori della Bocconi tirano le somme, indicando quanto ci rimettono gli
          italiani.  O  meglio,  a  quanto  ammonterebbero  gli  effetti  positivi  di  una

          maggiore efficienza del mercato sull'intero sistema economico, famiglie e
          imprese.  Il  risparmio  stimato  sarebbe  di  4,1  miliardi  di  euro,  lo  0,3  per
          cento del Pil.




                                                  Il ruggito del Leone



          Capito perché a un certo punto è arrivato Pier Luigi Bersani e ha cercato di
          fare pulizia a colpi di lenzuolate? C'era troppa polvere. Il ministro per lo
          Sviluppo  economico  del  governo  di  Romano  Prodi,  nei  suoi  famosi

          provvedimenti  sulle  liberalizzazioni  varati  tra  2006  e  2007,  ha  provato  a
          introdurre  nel  comparto  assicurativo  quattro  importanti  novità.  Primo:
          l'indennizzo  diretto  nella  Rc  auto,  grazie  al  quale  è  la  compagnia  del
          cliente,  e  non  quella  della  controparte,  a  risarcire  il  danno  in  caso  di

          incidente.  Secondo:  la  previsione  della  figura  dell'agente  plurimandatario
          nel ramo danni (incendio, furto e infortuni). Bersani ha vietato alle società
          sia di stipulare con i propri uomini sul territorio vincoli di esclusiva per la
          distribuzione  delle  polizze  sia  di  imporre  sconti  minimi  e  massimi.  In

          sostanza, ha voluto trasformare il venditore in una specie di broker che può
          accedere  alle  offerte  presentate  da  qualsiasi  compagnia,  per  proporre  al
          cliente quella più adatta ed economica. Terzo: la possibilità di recesso ogni
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