Page 54 - L'onorata società
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sfumatura,  valgono  per  tutti:  avvocati,  medici,  commercialisti,  notai,
          giornalisti. Le categorie, il fior fiore di quella società civile che urla contro
          l'invadenza e gli sprechi della politica, la burocrazia, il Paese bloccato, sono
          a  loro  volta  divise  in  decine  di  caste  ancorate  alle  proprie  rendite  di

          posizione. E naturalmente trovano sponda nella tanto odiata politica. Del
          resto, al Senato siedono attualmente 46 avvocati, 28 giornalisti, 25 medici,
          11  ingegneri,  10  commercialisti,  6  architetti,  2  notai  e  2  farmacisti.  Alla
          Camera  i  numeri  raddoppiano:  86  avvocati,  64  giornalisti,  30  medici,  17

          commercialisti, 9 ingegneri, 8 architetti, 2 farmacisti, un notaio. Hai voglia
          a parlare di riforma delle professioni...
              Altro  tasto  dolente:  quanto  spendono  gli  ordini  per  il  loro
          automantenimento?  Già,  perché  non  ci  sono  solamente  i  meccanismi  a

          difesa  di  status  e  portafoglio.  C'è  anche  un  apparato  pletorico  e  molto
          costoso.  Gli  sprechi  abbondano.  Nei  mesi  scorsi  è  scattata  una  "fronda"
          contro il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili.
          A  guidarla,  Domenico  Posca,  presidente  del  sindacato  Unico  (Unione

          italiana  commercialisti),  che  se  l'è  presa  con  il  presidente  dell'Ordine
          Claudio Siciliotti per come impiega i soldi degli associati. Posca ha condotto
          un  sondaggio  tra  gli  iscritti,  da  cui  risulta  che  il  64  per  cento  degli
          intervistati  considera  «scandalosa  e  inadatta»  e  il  34,5  per  cento

          «squilibrata ed eccessiva», specie in un momento di grave crisi economica,
          la  politica  di  spesa  del  Consiglio  nazionale.  Giudizi  pesanti,  che  partono
          dalle cifre: nel preventivo 2009, su 22,5 milioni di uscite correnti, oltre 3,5
          milioni sono destinati ai consiglieri (di cui 1,1 milioni per indennità, 1,09

          per "assenza dallo studio" e 1,4 per rimborso spese di viaggio), 1,45 milioni
          a  commissioni  di  studio  (che  coinvolgono  700  persone)  e  assemblee  di
          presidenti, 3,75 milioni ai 60 dipendenti, 1,64 milioni per il funzionamento
          degli  uffici,  3,9  milioni  a  organismi  terzi  e  alle  controllate  Congress

          (organizzazione del congresso annuale), Press (che gestisce la rivista della
          categoria) e Fondazione (che si occupa di studi e ricerche).
              Ma il vero punto, l'origine di tutte le critiche, è un altro. Ordini con la
          maiuscola  e  con  la  minuscola,  caste  e  castine  potrebbero  apparire

          semplicemente il retaggio di un'Italia corporativa, qualcosa di anacronistico
          in  tempi  di  globalità  dei  cervelli,  se  non  fosse  che  questa  situazione  di
          assoluta chiusura produce una marea di costi impropri che si riversano sui
          cittadini.

              Quale  concorrenza  può  mai  esserci  se  gli  ordini  tengono  in  vita  un
          compenso  minimo  "consigliato"  per  ogni  prestazione  offerta?  Il  tariffario
          nazionale dei medici e degli odontoiatri è un volume di oltre 50 pagine che
          parte  dalla  visita  a  domicilio  del  paziente  (25,82  euro),  passa  per  gli

          interventi  specialistici  grandi  e  piccoli  (elettrocardiogramma  sotto  sforzo
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