Page 38 - L'onorata società
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Lecce, Trento e chissà quanti capoluoghi ancora. Persino il presidente della
          Regione  Veneto  Giancarlo  Galan  si  è  schierato  dalla  sua  parte:  «Se  ai
          tempi  dell'euro  non  ci  fosse  stata  la  grande  distribuzione»  è  sbottato
          «l'inflazione chissà dove sarebbe arrivata».





                                                 E il tassametro corre


          Uno arriva a Roma Termini, sale sul taxi, e non fa nemmeno in tempo a
          dire  dove  vuole  andare.  L'autista  lo  precede:  «Lo  sa  che,  oltre  al

          tassametro, sono 2 euro in più?». «Ma io non ho bagaglio.» «Non c'entra. È
          il  sovrapprezzo  per  chi  parte  dalla  stazione.»  «Solo  dalla  stazione?»  «Sì,
          solo  dalla  stazione.»  «E  perché,  scusi?»  «L'ha  messo  Walter  Veltroni
          quando c'era tutto quel macello dei taxisti. Per incentivarci. Altrimenti qui

          non ci veniva nessuno. Non conveniva.»
              Vero.  Per  prendere  un  taxi,  a  Roma  Termini,  si  facevano  code
          memorabili:  nei  momenti  di  punta  e  la  sera  tardi  capitava  di  attendere
          un'ora e passa. Le auto arrivavano alla spicciolata. Nel frattempo la gente

          veniva circondata da abusivi: «Taxiii...». Molti turisti ci cascavano. Decine
          di viaggiatori, esausti, cedevano. Le Ferrovie dello Stato, consapevoli del
          disagio,  avevano  organizzato  sugli  Eurostar  un  servizio  di  prenotazioni
          "privilegiate".  Pagavi  qualche  euro  extra,  ma  in  fondo  al  binario  ti

          attendeva  il  capotreno,  che  guidava  la  carovana  di  passeggeri  verso  un
          parcheggio  laterale  dove  erano  ferme  le  vetture  "riservate  Fs".  Almeno
          evitavi la fila.
              Adesso niente: a Roma Termini i taxi si prendono al volo. Effetto della

          Grande rivolta del 2006. Un mese che rimarrà impresso nella memoria di
          migliaia  di  italiani.  Non  solo  per  la  vittoria  degli  azzurri  ai  Campionati
          mondiali  di  calcio,  ma  anche  per  la  clamorosa  protesta  dei  taxisti.  Non
          passava  giorno  che  da  Bolzano  a  Palermo  non  scattasse  una  loro

          manifestazione.  E  che  manifestazione:  sbarramenti  in  viale  Forlanini  a
          Milano, quello che conduce allo scalo di Linate, assembramenti, a Roma, in
          piazza  Venezia,  chilometri  di  taxi  incolonnati  a  venti  all'ora  lungo  le
          autostrade. La paralisi. In tv scorrevano scene da The Day After, ingorghi

          pazzeschi, litigate furiose tra automobilisti e taxisti, manager in fuga verso
          gli  autobus,  signore  costrette  a  correre  con  bagaglio  al  seguito  nel
          disperato tentativo di riuscire a prendere l'aereo. Dopo "bisonte selvaggio",
          i  blocchi  dei  Tir  in  risposta  al  caro  gasolio,  e  "trattore  selvaggio",  le

          invasioni  degli  allevatori  in  lotta  contro  le  quote  latte,  toccava  a  "taxi
          selvaggio".
              Quel  luglio,  per  la  precisione  mercoledì  5  luglio  2006,  se  lo  ricorderà
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