Page 35 - L'onorata società
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Giurisprudenza, nato a Porlezza (Como), sul Lago di Lugano, in quel Piccolo
          mondo antico cantato da Antonio Fogazzaro, Sangalli è stato parlamentare
          democristiano per sette legislature e ha percorso i corridoi di Montecitorio
          per  la  bellezza  di  24  anni,  dal  1968  al  1992.  Sempre  nella  corrente

          andreottiana. Di recente si è avvicinato alla forte componente lombarda di
          Comunione e liberazione. Per descrivere il tipo, chi lo conosce bene ricorda
          una delle sue frasi preferite: «Sono favorevolmente contrario...». Tifoso del
          Milan,  amico  personale  di  Silvio  Berlusconi,  Sangalli  ha  indubbiamente  il

          merito di avere voltato pagina dall'era Billè. Ma anche dall'interno c'è chi
          sostiene che la categoria avrebbe bisogno di ben altra spinta per affrontare
          la sfida della modernizzazione. Sangalli appare ancora troppo impegnato
          nel piccolo cabotaggio. Se la prende con il sindaco di Milano Letizia Moratti

          per  le  isole  pedonali  «che  penalizzano  solamente  i  negozianti  e  non
          migliorano l'arredo urbano». Chiede l'eliminazione dell'Ecopass per entrare
          in  centro.  Di  fondo,  poi,  appare  sostanzialmente  ostile,  pur  con  metodi
          assai diversi da quelli di Billè, a una vera liberalizzazione del settore. In

          particolare,  è  fermamente  contrario  all'estensione  degli  orari  e  alle
          aperture domenicali. Insomma, la sua Confcommercio rimane a metà del
          guado.




                                                Una domenica bestiale



          Roberto Maroni racconta spesso, nelle cene con gli amici, ridendo sotto i
          baffi,  l'incubo  del  suo  esordio  ufficiale  in  politica:  le  notti  insonni  per
          decidere se e dove istituire l'isola pedonale di Varese. Correva l'anno 1993

          e Maroni era lontano dal divenire ministro dell'Interno. Si accontentava, a
          quei  tempi,  della  carica  di  assessore  alla  Viabilità  e  al  Commercio  nella
          giunta  di  Raimondo  Fassa,  primo  sindaco  leghista  di  un  capoluogo  di
          provincia. Non l'avesse mai fatto. Ricorda riunioni interminabili: una sera

          con i negozianti di una via, la seguente con quelli di un'altra e una volta
          con chi aveva le vetrine sul lato destro e poi con quelli del lato sinistro. E
          chi  la  voleva  bianca  e  chi  la  voleva  nera.  Un  incubo,  appunto.  Per  la
          cronaca, oggi Varese ha una fiorita isola pedonale: un chilometro in tutto,

          per carità, la città comunque ne va fiera.
              Passano gli anni, ma lo stesso cancan si ripete puntualmente, ovunque.
          Le isole pedonali contestate sono tante quante i Comuni italiani. Per non
          parlare delle discussioni modello Quartu e Quartucciu che si aprono da nord

          a  sud  riguardo  alle  famigerate  domeniche.  Consola  sapere  che  siamo  in
          buona  compagnia:  in  Francia,  Nicolas  Sarkozy,  che  voleva  la  completa
          libertà di orari nei giorni festivi, ha dovuto fare marcia indietro poiché a
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