Page 31 - L'onorata società
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rincarino del doppio, del triplo, del quadruplo? Il 30 aprile 2009 Sergio
Marini, presidente della Coldiretti, pensa bene di rinfocolare la vecchia,
aspra polemica con i commercianti. Una polemica che va avanti dal 1°
gennaio 2002, giorno dell'introduzione dell'euro, da cui ha preso il volo
l'inflazione, e che ha toccato nuovamente toni accesi a cavallo tra 2007 e
2008, periodo di forti rialzi dei prodotti della terra. Marini torna all'attacco
nel corso di una convention dal titolo esplicito: Stop a inganni e
moltiplicazione dei prezzi. Per l'occasione, porta gli ennesimi dati sulla
distanza tra quanto intascano i coltivatori e gli allevatori e quanto
spendono i consumatori: un chilo di pasta sale da 0,18 euro al produttore a
1,50 euro alla tavola (più 733 per cento), un chilo di carote passa da 0,24 a
1,25 (più 421), un litro di latte fresco da 0,34 alla stalla a 1,35 al frigorifero
(più 297). I rincari sono in media del 488 per cento. Il rimedio? Radicale:
mettere insieme 20 mila punti vendita "autogestiti", piazzando i prodotti
delle cooperative nei consorzi agrari, negli agriturismi, nei ristoranti e,
perché no, se lo vorranno, nei supermercati. In questo modo, garantisce la
Coldiretti, potranno esserci risparmi almeno del 30 per cento. Il progetto
entusiasma il ministro per l'Agricoltura Luca Zaia, in platea con il sorriso a
32 denti. Gelida, il giorno stesso, la replica di Confcommercio: «Assistiamo
a un'opera di disinformazione da parte della Coldiretti, che ancora crede
che per ogni euro speso per l'acquisto di prodotti alimentari ben 50
centesimi vadano nelle tasche dei commercianti».
Non sarà così. Ma è indubbio che la filiera italiana sia lunghissima,
inefficiente e costruita ai danni del consumatore finale. Se la famosa
zucchina deve passare dal campo al mercato all'ingrosso e quindi dal
grossista al dettagliante, e se durante il percorso incontra fattori di
dispersione (un trasportatore che subappalta a una miriade di padroncini)
e di autentica distorsione del mercato (le speculazioni, magari attribuite
all'euro, le posizioni di monopolio), l'impennata rispetto al costo di
partenza è presto spiegata. La Confederazione italiana agricoltori, per
iniziare, ha proposto che sui generi alimentari venga segnalato il doppio
prezzo - quello all'origine e al dettaglio - trovando immediatamente
l'appoggio delle associazioni dei consumatori.
Chi va a fare la spesa non vuole sentire discorsi sui massimi sistemi e
non è nemmeno troppo interessato a stabilire le colpe dei rincari. Guarda
al portafoglio. Da questo punto di vista un elemento è certo: lo snellimento
della filiera e la concorrenza, al portafoglio fanno un gran bene. E un
briciolo di trasparenza, la sensazione di non essere necessariamente
vittime di imbrogli e speculazioni, non guasterebbero di sicuro.