Page 23 - L'onorata società
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imbarazzante. Poche ore dopo l'attribuzione del prestigioso riconoscimento,
l'allora ministro dell'Istruzione, Fabio Mussi, disse chiaro e tondo di non
aver controfirmato l'atto, che perciò era da considerare nullo. Un
pastrocchio. Se non fosse che l'episodio è un piccolo paradigma del sistema
economico e sociale italiano, tutto sbilanciato sull'appartenenza, sul
clientelismo e sulla mortificazione del merito.
A promuovere la laurea e a pronunciare la laudatio nell'aula magna
dell'università torinese era il professor Umberto Bocchino, ordinario di
Ragioneria, che aveva avuto modo di apprezzare le doti della signora
Ligresti durante i quattro anni passati nel consiglio di amministrazione di
Fondiaria-Sai. La rilettura delle sue parole è persino spassosa:
Jonella Francesca Ligresti lascia prestissimo gli studi intrapresi presso la
facoltà di Economia e commercio dell'università Bocconi di Milano. La scelta
di famiglia, infatti, per quanto attiene al suo iter formativo, è stata quella
di farle svolgere subito esperienza attiva e operativa nelle varie società del
gruppo Ligresti, con l'obiettivo di apprendere quanto utile circa lo
svolgimento dei processi aziendali, coinvolgendola pertanto nei lavori a
partire dai livelli più bassi delle strutture organizzative.
Esattamente così. Nel 1997, a 30 anni, Jonella Ligresti diventa
vicepresidente della Sai, nel 2001 presidente. Nel 2007 entra nel consiglio
di amministrazione di Mediobanca. Nello stesso anno la Nazionale italiana
di equitazione la convoca per i campionati europei.
Speriamo che sia femmina
Evidentemente, ci sono studenti e studenti, donne e donne. Per qualcuno il
curriculum non conta nulla, ben più importante è il Dna di famiglia. Per altri
è una dura lotta per la sopravvivenza, prima ancora che per l'affermazione.
Le donne, appunto. Per cominciare, se si vanno a vedere i rendimenti negli
studi, si scopre che il 70 per cento si laurea con voti superiori al 100,
rispetto al 48 per cento degli uomini. Quanto agli ambienti lavorativi, e in
particolare alle imprese, le ricerche più accreditate, realizzate negli Stati
Uniti, dimostrano che una maggiore presenza femminile è garanzia di
risultati migliori. Questo perché le donne dispongono di particolari doti di
sensibilità nei rapporti umani, hanno una spiccata intelligenza emotiva, e
intuizione, dinamismo e flessibilità: qualità che sono alla base di una forte
leadership. Oltre a una maggiore capacità di valorizzare le risorse umane
(dipendenti, fornitori, clienti). Fatti i confronti, le realtà a tinte rosa