Page 18 - L'onorata società
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magistrato Antonio Di Pietro) per un traffico illecito di rifiuti. È un uomo con
il senso della famiglia: coinvolge nel malaffare la seconda moglie, i due
figli avuti dalla prima e il cognato. Chiesa può essere considerato
l'archetipo di un ben definito italiano. Lascia che il mondo si dimentichi di
lui e poi ci riprova.
Alle mazzette spicciole si uniscono gli affari della criminalità
organizzata. La mafia è diventata una holding da 130 miliardi di euro di
fatturato e registra 70 miliardi di utili all'anno. L'unica grande azienda che
non viene minimamente sfiorata dalla recessione. Piuttosto, la crisi
potrebbe trasformarsi in una straordinaria opportunità di crescita. Stando al
rapporto di Confesercenti Sos impresa, ogni giorno una massa enorme di
denaro passa dalle tasche di commercianti e imprenditori a quelle dei
malavitosi: 250 milioni di euro, 10 milioni all'ora, 160 mila euro al minuto.
Il ramo commerciale della criminalità (droga, usura, estorsioni, rifiuti,
contrabbando, traffico di armi, contraffazioni alimentari) vale il 6 per cento
del Prodotto interno lordo. Il pizzo: i negozi di Palermo pagano tra i 200 e i
500 euro, quelli di Napoli 100-200. Naturalmente, in entrambe le città il
prezzo sale nel caso di boutique eleganti situate in zone centrali. I
supermercati in Sicilia versano 5 mila euro (3 mila in Campania), i cantieri
fino a 10 mila. Non sfuggono alle maglie della malavita il mercato delle
ricariche telefoniche e quello cinematografico. Alla regista Lina Wertmüller
chiesero di pagare una certa cifra per girare un film a Taranto.
Le somme le ha tirate Furio Pasqualucci, procuratore generale della
Corte dei conti, in occasione del Rendiconto dello Stato per l'esercizio
2008: «La corruzione viaggia intorno ai 50-60 miliardi all'anno e risucchia il
4 per cento del Pil. Una tassa immorale e occulta, pagata con i soldi
prelevati dalle tasche dei cittadini». Nel primo rapporto inviato al
Parlamento italiano dal Sat, Servizio anticorruzione e trasparenza, si parla
di mille euro a testa per ogni italiano, neonati inclusi. Neanche il tempo
della prima poppata e già si cominciano a pagare mazzette. Almeno quelle
degli altri.
Il giardino delle ingiustizie
Qualcuno dirà: d'accordo, avremo poca concorrenza, qualche problema con
l'apparato pubblico che non funziona, servizi scadenti, scarsa meritocrazia
nelle università e nelle professioni, anche la corruzione. Ma non c'è solo del
marcio nella Repubblica italiana. La nostra è pur sempre una nazione dove
il solidarismo rimane un valore forte. E abbiamo un sistema di welfare che
smussa le differenze sociali e garantisce a tutti, oltre all'assistenza