Page 165 - L'onorata società
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Giurisprudenza,  figlia  del  fondatore  Raffaele,  cardiochirurgo.  Da
          sottolineare  che  i  Garofalo  controllano  Ies-Tv,  un  tempo  chiamata
          Telesalute,  l'unica  emittente  televisiva  che  si  occupa  interamente  di
          medicina e benessere. Alla fine di maggio del 2009 gli studi di Ies-Tv, nel

          quartiere Portuense, sono stati gravemente danneggiati da un incendio. Gli
          inquirenti ne stanno accertando le cause.
              Ma il nome che domina sulla piazza romana è senza dubbio quello di
          Giampaolo Angelucci, 37 anni, alla testa del gruppo Tosinvest: 26 cliniche

          accreditate per un totale di 3.500 posti letto, in maggioranza nel Lazio, ma
          anche in Toscana, Abruzzo e Puglia. Un impero creato dal padre Antonio,
          65 anni, nato a Sante Marie (L'Aquila), ex portantino del San Camillo di
          Roma, che prima fece carriera grazie alla militanza nella Uil, poi si lanciò

          nella sanità privata e oggi è deputato del Pdl.
              Molte case di cura della Tosinvest hanno il marchio San Raffaele. Però
          l'ospedale  milanese  e  don  Verzé  non  c'entrano  nulla.  Se  non  per  un
          discusso  affare,  da  cui  l'origine  del  nome.  Una  decina  d'anni  fa  la

          Fondazione  Monte  Tabor,  da  cui  il  San  Raffaele  dipende,  decise  di
          acquistare  un  vecchio  albergo  sulla  via  Laurentina,  a  Mostacciano,  e  di
          trasformarlo in ospedale: doveva rappresentare la discesa del San Raffaele
          a  Roma,  il  primo  passo  per  la  conquista  dell'Italia  intera.  Rosy  Bindi,

          all'epoca ministro della Sanità, si mise di traverso e convinse il presidente
          della  Regione  Lazio,  Piero  Badaloni,  a  negare  l'accreditamento.  A  don
          Verzé non rimase altra scelta che vendere. La Bindi gli offrì 201 miliardi di
          lire  per  cedere  il  complesso  allo  Stato.  Intervenne  a  quel  punto  Antonio

          Angelucci, che rilanciò a 270 miliardi e chiuse l'affare. Salvo rivendere la
          struttura,  pochi  mesi  dopo,  allo  stesso  ministero  della  Sanità  per  320
          miliardi.
              Gli  Angelucci  possono  vantare  amicizie  trasversali,  che  vanno  da

          Gianfranco Fini (suo fratello Massimo è direttore scientifico al San Raffaele
          Pisana) a Massimo D'Alema (tra l'altro, hanno comprato la sede storica del
          Pci-Ds in via delle Botteghe Oscure, salvando il partito dal crac), da Cesare
          Geronzi (presidente di Mediobanca ed ex numero uno di Banca di Roma-

          Capitalia),  a  Maurizio  Costanzo  (testimone  di  nozze  al  matrimonio  di
          Giampaolo).  Non  è  un  caso  che,  sfumato  l'acquisto  dell'«Unità»  per  le
          resistenze della redazione, gli Angelucci siano i maggiori azionisti di due
          quotidiani schierati sul fronte opposto: «Libero», fondato da Vittorio Feltri,

          e «Il riformista», diretto da Antonio Polito.
              Un discorso a parte meritano il San Raffaele di Milano e il suo mitico
          fondatore,  l'ottantanovenne  don  Luigi  Verzé.  Uno  che  ha  le  idee
          chiarissime:  «Gesù  disse:  predicate  il  regno  di  Dio  e  guarite  gli  infermi.

          Predicare  senza  guarire  è  dimezzare  il  mandato  divino».  Il  Centro
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