Page 161 - L'onorata società
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intervento che non avrebbe mai dovuto subire: l'asportazione di un rene
sanissimo. Secondo la ricostruzione, le immagini della Tac di una
pensionata ottantacinquenne affetta da tumore erano finite non si sa come
sul dischetto della vittima. Le due donne avevano lo stesso cognome, ma
una trentina d'anni di differenza.
Si potrebbe continuare a lungo. Drammi da prima pagina e da
intervento della magistratura. Hai voglia a citare l'articolo 32 della
Costituzione: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli
indigenti». Diritto sacrosanto: ognuno può farsi curare dove vuole e da chi
crede, senza spendere un centesimo. Sì, ma quanti hanno realmente la
facoltà di scegliere? La maggior parte degli italiani, di fronte alla malattia,
si rivolge semplicemente all'ospedale più vicino. Deve affidarsi per forza ai
primi medici che si fanno incontro. Oppure si difende come può, se può. Va
all'estero (circa 70 mila ogni anno), accettando di pagare fino a 60 mila
euro per un trapianto di midollo e 50 mila per un intervento neurologico:
nel 2007 i viaggi della salute (o della speranza) oltreconfine sono
aumentati del 5 per cento e il fenomeno è destinato a crescere, grazie alla
normativa europea sulla libera circolazione dei malati nei Paesi dell'Unione.
Ma soprattutto si getta nelle braccia dei privati, nella convinzione che
possano offrire maggiori garanzie. E se c'è da pagare, pazienza: la salute,
si sa, non ha prezzo.
Il grande affare degli otto "uomini d'oro"
Difficile stabilire se sia la domanda di privato ad alimentare l'offerta,
oppure se avvenga il contrario. In altre parole: aumentano i pazienti che
preferiscono rivolgersi alle cliniche o, siccome si moltiplicano le cliniche,
cresce anche il numero di chi vi fa ricorso? Fatto sta che in un decennio, dal
1995 al 2005, fra tagli e sforbiciate, i posti letto negli ospedali pubblici
sono scesi da oltre 300 mila a 184.787 (numero all'unità fornito dal
ministero della Salute), mentre sono rimasti stabili, intorno ai 50 mila,
quelli nelle case di cura private. La fotografia più recente arriva dal Cergas-
Bocconi (Centro di ricerche sulla gestione dell'assistenza sanitaria e
sociale), che ha allestito l'Osservatorio sulla sanità privata in Italia e redige
annualmente il Rapporto Oasi, un ponderoso volume pieno di cifre, tabelle
e analisi. Le case di cura accreditate, cioè convenzionate con il Servizio
sanitario nazionale, che paga le prestazioni offerte, sono 563 (fra cui: 85
nel Lazio, 73 in Lombardia, 69 in Campania, 61 in Sicilia), contro 772
ospedali pubblici. Vanno inoltre aggiunti 70 Irccs (Istituti di ricovero e cura