Page 160 - L'onorata società
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di 44 anni dopo avere partorito il quarto figlio, a Catanzaro un sessantenne
che lamentava disturbi al torace e ai reni, a Lamezia un giovane di 26 anni
dopo essere stato operato per una peritonite. Fino alla piccola Sara Varti, 5
anni, in vacanza con i nonni, visitata dai medici dell'ospedale di Locri
perché aveva la febbre e rimandata a casa. Il giorno dopo è giunta
cianotica in rianimazione e non c'è stato nulla da fare.
Ci troviamo di fronte a un caso limite. Ma siamo onesti: nell'amara
realtà calabrese si specchia una fetta della sanità italiana. Sono molte le
situazioni in cui parlare di semplici errori è pressoché immorale. La verità è
che spesso degrado delle strutture e bassa qualità delle prestazioni vanno
a braccetto, creando un buco nero nel quale finiscono i pazienti.
Il tamtam è continuo. A Caltanissetta un uomo di 74 anni si presenta al
pronto soccorso del Sant'Elia accusando forti dolori addominali. Dichiara di
essere cardiopatico e viene dirottato in cardiologia. Gli accertamenti danno
esito negativo e viene dimesso. Arriva sul piazzale e non fa in tempo a
salire sull'auto del fratello che viene stroncato da un infarto. Al Santo
Spirito di Pescara un'anziana donna entra con una diagnosi di tumore
all'intestino (probabilmente si trattava di un polipo) e muore per
insufficienza renale dopo tre interventi. Si scoprono errori chirurgici,
cartelle cliniche contraffatte, addirittura un rene asportato non si sa se per
fronteggiare un'emergenza o per coprire un danno provocato in una delle
precedenti operazioni. Il tutto senza che la paziente e i familiari fossero
stati avvertiti: l'assenza del rene viene scoperta durante l'autopsia. I
medici, anche dal punto di vista umano, si erano comportati in modo
pessimo, giungendo a commentare ad alta voce: «Tanto questa non tira
fino a stasera». Scoppiato lo scandalo, gli inquirenti rimangono esterrefatti
davanti al clima di "vergognosa omertà" che si respira tra medici e
infermieri.
Tutti ospedali del Sud? Nemmeno per sogno. A Portogruaro, provincia di
Venezia, una ragazza di 26 anni muore dopo un'operazione alle tonsille e
17 giorni di coma: nessuno dei medici si era accorto che si era sfilata la
cannula della ventilazione, lasciando la giovane senza ossigeno per alcuni
minuti. A Sondrio una donna di 27 anni perde la vita il giorno dopo il parto.
Aveva una malattia genetica rara, ma nessuno era stato in grado di
riconoscerla. Al Regina Margherita di Torino si spegne un bambino di 8
anni. È caduto da un "castello" di un parco giochi. Per due giorni la madre
ripete a medici e infermieri che il figlio lamenta fortissimi dolori
addominali: non le danno retta, rispondono che è troppo agitata e che il
bambino finge. Sarà l'inchiesta ad accertare perché non sia stata
riscontrata la lacerazione del diaframma che lo ha condotto al decesso. Al
Sant'Orsola di Bologna una signora di 57 anni ci rimette la pelle per un