Page 155 - L'onorata società
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sulla  base  di  soglie  minime  di  studenti,  da  10  per  Matematica  e  altre
          facoltà  scientifiche,  a  50  per  le  discipline  umanistiche  e  linguistiche.
          Insomma, se non esiste domanda, inutile che ci sia l'offerta. Sacrosanto.
          Purtroppo,  come  spesso  accade  in  Italia,  ognuno  si  comporta  come  gli

          pare.  Così  alcune  università  sono  scattate  sull'attenti  e  hanno  preso  in
          mano le forbici: alla Sapienza di Roma sono scomparsi 46 corsi su 373, a
          Siena 34, a Torino 14, alla Federico II di Napoli 9. In altri atenei, come
          nell'Università della Valle d'Aosta o alla Mediterranea di Reggio Calabria,

          cambierà poco o niente. Il punto è che ancora una volta si cerca di trovare
          l'inghippo: potrà essere cancellato qualche corso di laurea, ma si farà di
          tutto  per  mantenere  gli  insegnamenti.  La  Gelmini,  nei  prossimi  tre  anni,
          spera di ridurre del 20 per cento i professori, ma rischia di sbagliarsi della

          grossa. Se due corsi non hanno il minimo di iscritti richiesto, è sufficiente
          accorparli in uno nuovo e il gioco è fatto. Nei senati accademici i baroni
          sono all'opera. L'autonomia didattica è sacra. La poltrona pure.
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