Page 95 - Gomorra
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pizza  volevano  dissetarsi,  si  fecero  portare  una  bottiglia  d'olio,  aggiunsero  olio  e
            ancora olio su ogni pizza perché sostenevano che erano troppo asciutte. Tutto nella loro
            bocca era stato seccato, dalla saliva alle parole. Mi accorsi subito che venivano dalle
            nottate di guardia e avevano preso pasticche. Gli davano le pasticche di MDMA. Per
            non farli addormentare, per evitare che si fermino a mangiare due volte al giorno. Del
            resto  la  MDMA  venne  brevettata  dai  laboratori  Merck  in  Germania  per  essere
            somministrata  ai  soldati  in  trincea  nella  Prima  guerra,  quei  soldati  tedeschi  che

            venivano chiamati Menschen-material, materiale umano che così superava fame, gelo, e
            terrore. Poi fu usata anche dagli americani per operazioni di spionaggio. Ora anche
            questi  piccoli  soldati  avevano  avuto  il  loro  quantitativo  di  coraggio  artificiale  e
            resistenza  artefatta.  Mangiavano  succhiando  gli  spicchi  di  pizza  che  tagliavano.  Dal
            tavolo  proveniva  un  rumore  simile  a  quello  dei  vecchi  che  succhiano  il  brodo  dal

            cucchiaio. I ragazzi ripresero la parola, continuarono a ordinare bottiglie d'acqua. E lì
            feci un gesto che avrebbe potuto essere punito con violenza, ma sentivo che potevo
            farlo, sentivo che davanti avevo dei ragazzini. Imbottiti di lastre di piombo, ma pur
            sempre  ragazzini.  Misi  un  registratore  in  tavola  e  mi  rivolsi  ad  alta  voce  a  tutti,
            cercando di incrociare gli occhi di ognuno:

                 "Forza, parlate qua dentro, dite quello che volete...".


                 A nessuno parve strano il mio gesto, a nessuno venne in mente di stare davanti a
            uno  sbirro  o  un  giornalista.  Qualcuno  iniziò  a  urlacchiare  qualche  insulto  al
            registratore,  poi  un  ragazzino  spinto  da  qualche  mia  domanda  mi  raccontò  la  sua
            carriera. E pareva non vedesse l'ora di farlo.


                 "Prima lavoravo in un bar, prendevo duecento euro al mese; con le mance arrivavo
            a duecentocinquanta e non mi piaceva come lavoro. Io volevo lavorare nell'officina
            con mio fratello, ma non mi hanno preso. Nel Sistema prendo trecento euro a settimana,
            ma se vendo bene prendo anche una percentuale su ogni mattone (il lingotto di hashish)
            e posso arrivare a trecentocinquanta-quattrocento euro. Mi devo fare il mazzo, ma alla
            fine qualcosa in più me la danno sempre."


                 Dopo una mitragliata di rutti che due ragazzetti vollero registrare, il ragazzino che
            veniva chiamato Satore, un nome a metà tra Sasà e Totore, continuò:

                 "Prima  stavo  sempre  in  mezzo  alla  strada,  mi  scocciava  il  fatto  di  non  avere  il
            motorino e me la dovevo fare a piedi o con gli autobus. Mi piace come lavoro, tutti mi

            rispettano e poi posso fare quello che voglio. Mo però mi hanno dato il ferro e devo
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