Page 96 - Gomorra
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sempre stare qua. Terzo Mondo, Case dei Puffi. Sempre chiuso qua dentro, avanti e
indietro. E non mi piace."
Satore mi sorrise e poi urlò ridendo nel registratore:
"Fatemi uscire da qua!... Diteglielo al masto!" Li avevano armati, gli avevano dato
il ferro, la pistola, e un territorio limitatissimo in cui lavorare. Kit Kat poi continuò a
parlare nel registratore poggiando le labbra ai fori del microfono, registrando anche il
suo fiato.
"Io voglio aprirmi una ditta per ristrutturare le case oppure un magazzino o un
negozio, il Sistema mi deve dare i soldi per aprire, poi al resto ci penso io, pure a chi
sposarmi. Mi devo sposare non una di qua, ma una modella, nera o tedesca." Pikachu
cacciò un mazzo di carte dalla tasca, quattro di loro cominciarono a giocare. Gli altri si
alzarono stiracchiandosi, ma nessuno si tolse il giubbotto. Continuai a chiedere a
Pikachu delle paranze, ma stava iniziando a essere infastidito dalla mia insistenza. Mi
disse che c'era stato qualche giorno prima a casa di una paranza e che avevano
smantellato tutto, era rimasto solo un lettore Mp3 che ascoltavano quando andavano a
fare i pezzi. L'Mp3 che ascoltavano gli uomini della paranza mentre andavano ad
ammazzare, la raccolta di file musicali, penzolava al collo di Pikachu. Con una scusa
gli chiesi di prestarmelo qualche giorno. Lui fece una risata come per dirmi che non si
offendeva se l'avevo preso per uno così stupido, per un idiota, che presta le cose. Così
glielo comprai, cacciai cinquanta euro e ottenni il lettore. Ficcai subito le cuffie nelle
orecchie, volevo capire qual era il sottofondo musicale della mattanza. Mi aspettavo
musica rap, rock pesante, heavy metal, invece era un continuo susseguirsi di brani
neomelodici e di musica pop. In America si spara gonfiandosi col rap, i killer di
Secondigliano andavano a uccidere ascoltando canzoni d'amore.
Pikachu iniziò a smazzare le carte chiedendomi se volevo partecipare, ma a carte
sono sempre stato incapace. Così mi alzai dal tavolo. I camerieri della pizzeria
avevano la stessa età dei ragazzi di Sistema e li guardavano ammirati, senza neanche
avere il coraggio di servirli. Ci pensava direttamente il proprietario. Qui lavorare
come garzone, cameriere, o in un cantiere è come un'ignominia. Oltre ai soliti eterni
motivi: lavoro nero, ferie e malattie non pagate, dieci ore di media al giorno, non hai
speranza di poter migliorare la tua condizione. Il Sistema concede almeno l'illusione
che l'impegno sia riconosciuto, che ci sia la possibilità di fare carriera. Un affiliato non
verrà mai visto come un garzone, le ragazzine non penseranno mai di essere corteggiate
da un fallito. Questi ragazzini imbottiti, queste ridicole vedette simili a marionette da
football americano, non avevano in mente di diventare Al Capone, ma Flavio Briatore,