Page 71 - Gomorra
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in futuro. Ma l'almanacco di ipotesi per massacrare Bizzarro non termina qui. Pensano
di andare a casa del figlio e "non risparmiare nessuno". E poi una telefonata: un killer è
quasi disperato per l'occasione persa, poiché viene a sapere che Bizzarro ha messo il
naso fuori, in piazza, di nuovo a mostrare il suo potere e la sua incolumità. E sbraita
per l'occasione persa:
"Mannaggia la madonna che ci stiamo perdendo, quello è stato tutta la mattina in
piazza..."
Nulla è nascosto. Tutto sembra chiaro, ovvio, suturato alla pelle del quotidiano. Ma
l'ex sindaco di Melito segnala in quale albergo Bizzarro si rintana con la sua amante,
dove va a consumare tensione e sperma. A tutto ci si può ridurre. A vivere con le luci
spente così da non dare segnale di presenza in casa, a uscire con quattro auto di scorta,
a non telefonare e ricevere telefonate, a non andare al funerale della propria madre. Ma
ridursi a non incontrare la propria amante ha il gusto della beffa, della fine di ogni
potere.
È in albergo Bizzarro il 26 aprile 2004, all'hotel Villa Giulia, al terzo piano. A
letto con la sua amante. E. commando arriva. Hanno la pettorina della polizia. Nella
hall dell'albergo si fanno dare la carta magnetica per aprire, il portiere non chiede
neanche il tesserino di riconoscimento ai presunti poliziotti. Battono alla sua porta.
Bizzarro è ancora in mutande ma lo sentono avvicinarsi alla porta. Iniziano a sparare.
Due raffiche di pistola. La scardinano, la trapassano e colpiscono il suo corpo. I colpi
poi sfondano la porta e lo finiscono sparandogli alla testa. Proiettili e schegge di legno
conficcati nella carne. Il percorso della mattanza si è ormai configurato. Bizzarro è
stato il primo. O uno dei primi. O quantomeno il primo su cui si è testata la forza del
clan Di Lauro. Una forza capace di catapultarsi su chiunque osi rompere l'alleanza,
distruggere il patto d'affari. L'organigramma degli scissionisti non è ancora certo, non
si comprende d'immediato. L'aria che si respira è tesa, ma sembra che si attenda ancora
qualcosa. Ma a fare chiarezza, a dare origine al conflitto, arriva qualche mese dopo
l'omicidio di Bizzarro qualcosa come una dichiarazione di guerra. Il 20 ottobre 2004
Fulvio Montanino e Claudio Salerno - secondo le indagini, fedelissimi di Cosimo e
responsabili di alcune piazze di spaccio - vengono ammazzati con quattordici colpi.
Sfumata la riunione trappola, in cui Cosimo e suo padre avrebbero dovuto essere fatti
fuori, quest'agguato è l'inizio delle ostilità. Quando arrivano i morti non c'è altro da
fare che combattere. Tutti i capi hanno deciso di ribellarsi ai figli di Di Lauro: Rosario
Pariante, Raffaele Abbinante, e poi i nuovi dirigenti Raffaele Amato, Gennaro McKay
Marino, Arcangelo Abate, Giacomo Migliaccio. Fedeli a Di Lauro rimangono i De
Lucia, Giovanni Cortese, Enrico D'Avanzo e un nutrito gruppo di gregari. Assai nutrito.