Page 66 - Gomorra
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si tolse le scarpe, e anche le piante dei piedi erano rovinate. La ragazza prese la siringa
            dallo straccio e se la mise in bocca per reggerla, intanto gli aprì la camicia, lentamente,
            come  se  avesse  avuto  cento  bottoni,  e  poi  lanciò  l'ago  sotto  il  collo.  La  siringa
            conteneva  coca.  Farla  scorrere  nel  sangue  permette  di  vedere  in  breve  tempo  se  il
            taglio  funziona  o  se  è  sbagliato,  pesante,  scadente.  Dopo  un  po'  il  ragazzo  iniziò  a
            barcollare, schiumò appena all'angolo della bocca e cadde. Per terra iniziò a muoversi
            a scatti. Poi si stese supino e chiuse gli occhi, rigido. Il tizio vestito di bianco iniziò a

            telefonare al cellulare:

                 "A me pare morto... sì, vabbè, mo gli faccio il massaggio..."

                 Iniziò  a  pestare  con  lo  stivaletto  il  petto  del  ragazzo.  Alzava  il  ginocchio  e  poi

            lasciava cadere la gamba con violenza. Il massaggio cardiaco lo faceva con i calci. La
            ragazza  al  suo  fianco  blaterava  qualcosa,  lasciando  le  parole  ancora  attaccate  alle
            labbra: "Lo fai male, lo fai male. Gli stai facendo male...".

                 Cercando con la forza di un grissino di allontanarlo dal corpo del suo ragazzo. Ma
            il tizio era disgustato, quasi impaurito da lei e dai Visitors in genere:


                 "Non mi toccare... fai schifo... non ti azzardare a starmi vicino... non mi toccare che
            ti sparo!"

                 Continuò a tirare calci in petto al ragazzo; poi con il piede poggiato sullo sterno
            ritelefonò:


                 "Questo è schiattato. Ah, il fazzolettino... aspetta che mo vedo..."

                 Prese un fazzolettino di carta dalla tasca, lo bagnò con una bottiglietta d'acqua e lo
            stese aperto sulle labbra del ragazzo. Se soltanto avesse avuto un flebile fiato avrebbe
            forato  il  kleenex,  dimostrando  di  essere  ancora  vivo.  Precauzione  che  aveva  usato
            perché non voleva neanche sfiorare quel corpo. Richiamò per l'ultima volta:


                 "È morto. Dobbiamo fare tutto più leggero..."

                 Il tizio rientrò in auto dove l'autista non aveva neanche per un secondo smesso di
            zompettare  sul  sedile  ballando  una  musica  di  cui  non  riuscivo  a  sentire  neanche  un
            rumore, nonostante si muovesse come se fosse stata al massimo volume. In pochi minuti

            tutti si allontanarono dal corpo, passeggiando per questo frammento di polvere. Rimase
            il ragazzo steso a terra. E la fidanzata, piagnucolante. Anche il suo lamento rimaneva
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