Page 64 - Gomorra
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depositi di droga. Proprio la piazza delle Case Celesti ha permesso un inabissamento
            dei costi della coca. Solitamente si parte da cinquanta-settanta euro al grammo e si
            arriva  sui  cento-duecento  euro.  Qui  è  scesa  a  venticinque-cinquanta  continuando  ad
            avere  una  qualità  molto  alta.  Leggendo  le  indagini  della  DDA,  emerge  che  Genny
            McKay  è  uno  degli  imprenditori  italiani  più  capaci  nel  ramo  della  coca,  essendo
            riuscito  a  imporsi  su  un  mercato  in  crescita  esponenziale  pari  a  nessun  altro.
            L'organizzazione delle piazze di spaccio poteva avvenire anche a Posillipo, ai Parioli,

            a  Brera,  ma  è  avvenuta  a  Secondigliano.  La  manodopera  in  qualsiasi  altro  luogo
            avrebbe avuto un costo elevatissimo. Qui la totale assenza di lavoro, l'impossibilità di
            trovare  altra  soluzione  di  vita  che  non  sia  l'emigrazione,  rende  i  salari  bassi,
            bassissimi. Non c'è altro arcano, non c'è da fare appello a nessuna sociologia della
            miseria,  a  nessuna  metafisica  del  ghetto.  Non  potrebbe  essere  ghetto  un  territorio

            capace  di  fatturare  trecento  milioni  di  euro  l'anno  solo  con  l'indotto  di  una  singola
            famiglia. Un territorio dove agiscono decine di clan e le cifre di profitto raggiungono
            quelle paragonabili solo a una manovra finanziaria. Il lavoro è meticoloso, e i passaggi
            produttivi costano moltissimo. Un chilo di coca al produttore costa mille euro, quando
            va al grossista già costa trentamila euro. Trenta chili diventano centocinquanta dopo il
            primo taglio: un valore di mercato di circa quindici milioni di euro. E se il taglio è
            maggiore a tre chili ne puoi tirare anche duecento di chili. Il taglio è fondamentale,

            quello  da  caffeina,  glucosio,  mannitolo,  paracetamolo,  lidocaina,  benzocaina,
            anfetamina. Ma anche talco e calcio per i cani quando le emergenze lo impongono. Il
            taglio determina la qualità, e il taglio fatto male attira morte, polizia, arresti. Occlude
            le arterie del commercio.

                 Anche qui i clan di Secondigliano sono in anticipo su tutti e il vantaggio è prezioso.

            Qui ci sono i Visitors: gli eroinomani. Li chiamano come i personaggi del telefilm degli
            anni  '80  che  divoravano  topi  e  sotto  un'apparente  epidermide  umana  nascondevano
            squame  verdastre  e  viscide.  I  Visitors  li  usano  come  cavie,  cavie  umane,  per  poter
            sperimentare  i  tagli.  Provare  se  un  taglio  è  dannoso,  che  reazioni  genera,  sin  dove
            possono  spingersi  ad  allungare  la  polvere.  Quando  i  "tagliatori"  hanno  bisogno  di
            molte cavie, abbassano i prezzi. Da venti euro a dose, scendono anche a dieci. La voce
            circola e gli eroinomani vengono persino dalle Marche, dalla Lucania, per poche dosi.

            L'eroina è un mercato in totale collasso. Gli eroinomani, i tossici, sono in diminuzione.
            Disperati.  Prendono  i  bus  barcollando,  scendono  e  risalgono  sui  treni,  viaggiano  di
            notte, prendono passaggi, camminano a piedi per chilometri. Ma l'eroina meno costosa
            del continente merita qualsiasi sforzo. I "tagliatori" dei clan raccolgono i Visitors, gli
            regalano una dose e poi attendono. In una telefonata riportata nell'ordinanza di custodia

            cautelare in carcere del marzo 2005, emessa dal Tribunale di Napoli, due parlano tra
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