Page 61 - Gomorra
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arresti dei pusher vengono chiamate le riserve, ossia persone spesso tossicodipendenti
            o  consumatori  abituali  della  zona  che  danno  la  loro  disponibilità  a  lavorare  come
            spacciatori in casi di emergenza. Per un pusher arrestato un altro viene avvertito e si
            farà trovare sul posto. Il commercio deve continuare. Anche nei momenti critici.

                 Via Dante è un'altra zona di fatturazione di grossi capitali. Qui i pusher sono tutti
            ragazzi giovanissimi, è una piazza florida di distribuzione, una delle più recenti piazze

            messe su dai Di Lauro e poi viale della Resistenza, vecchia piazza di eroina ma anche
            di kobret e cocaina. I responsabili della piazza hanno vere e proprie sedi operative in
            cui organizzano il presidio del territorio. I pali comunicano con i cellulari quello che
            sta accadendo. Il coordinatore della piazza, ascoltandoli tutti in viva voce con dinanzi
            la cartina, riesce ad avere sotto i suoi occhi in tempo reale gli spostamenti della polizia

            e i movimenti dei clienti.

                 Una  delle  novità  che  il  clan  Di  Lauro  ha  introdotto  a  Secondigliano  è  la  tutela
            dell'acquirente.  Prima  della  loro  gestione  come  organizzatori  di  piazze,  i  pali
            proteggevano  solo  i  pusher  da  arresti  e  identificazioni.  Negli  anni  passati,  gli
            acquirenti  potevano  essere  fermati,  identificati,  portati  in  commissariato.  Di  Lauro
            invece  ha  messo  i  pali  per  proteggere  anche  gli  acquirenti,  così  chiunque  avrebbe

            potuto accedere con sicurezza alle piazze gestite dai suoi uomini. Il massimo grado di
            comodità per i piccoli consumatori che sono una delle anime prime del commercio di
            droga secondiglianese. Nella zona del rione Berlingieri, se telefoni, ti fanno trovare
            direttamente la merce pronta. E poi via Ghisleri, Parco Ises, tutto il rione don Guanella,
            il comparto H di via Labriola, i Sette Palazzi. Territori trasformati in mercati redditizi,
            in strade presidiate, in luoghi dove le persone che ci abitano hanno imparato ad avere

            uno  sguardo  selettivo,  come  se  gli  occhi,  quando  capitano  su  qualcosa  d'orrendo,
            oscurassero l'oggetto o la situazione. Un'abitudine a prescegliere cosa vedere, un modo
            per continuare a vivere. Il supermarket immenso della droga. Tutta, ogni tipo. Non c'è
            stupefacente  che  venga  introdotto  in  Europa  che  non  passi  prima  dalla  piazza  di
            Secondigliano.  Se  la  droga  fosse  solo  per  i  napoletani  e  i  campani,  le  statistiche
            darebbero  risultati  deliranti.  Praticamente  in  ogni  famiglia  napoletana  almeno  due
            membri dovrebbero essere cocainomani e uno eroinomane. Senza contare l'hashish e la

            marijuana. Eroina, kobret, le droghe leggere e poi le pasticche, quelle che qualcuno
            chiama ancora ecstasy quando in realtà dell'ecstasy esistono centosettantanove varianti.
            Qui a Secondigliano sono stra-vendute, le chiamano X file, o il gettone o la caramella.
            Sulle pasticche c'è un guadagno enorme. Un euro per produrle, tre-cinque euro il costo
            all'ingrosso, poi rivendute a Milano, Roma o altre zone di Napoli a cinquanta-sessanta

            euro. A Scampia a quindici euro.
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