Page 57 - Gomorra
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La guerra di Secondigliano
McKay e Angioletto avevano deciso. Volevano ufficializzare la formazione di un
proprio gruppo, erano d'accordo tutti i dirigenti più anziani, avevano chiaramente detto
di non voler entrare in conflitto con l'organizzazione ma di volerne diventare
concorrenti. Leali concorrenti sul vasto mercato. Fianco a fianco, ma in autonomia. E
così - secondo le dichiarazioni del pentito Pietro Esposito - mandarono il messaggio a
Cosimo Di Lauro, il reggente del cartello. Volevano incontrare Paolo, il padre, il
dirigente massimo, il vertice, il referente primo del sodalizio. Parlargli di persona,
dirgli che non condividevano le scelte di ristrutturazione, che avevano fatto i figli,
volevano fissarlo negli occhi smettendola di far passare parola su parola da gola a
gola, facendo impastare i messaggi dalla saliva di molte lingue, visto che i cellulari
non erano utilizzabili per non far risalire al percorso della sua latitanza. Genny McKay
voleva incontrare Paolo Di Lauro, il boss che aveva permesso la sua ascesa
imprenditoriale.
Cosimo accetta formalmente la richiesta dell'incontro, si tratta del resto di riunire
tutti i vertici dell'organizzazione, capi, dirigenti, capizona. Non si può rifiutare. Ma
Cosimo ha già tutto in mente, o così sembra. Pare davvero che sappia verso cosa sta
orientando la sua gestione degli affari, e come deve organizzarne la difesa. E così,
ascoltando quanto dicono indagini e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, Cosimo
all'appuntamento non manda sottoposti. Non manda il "cavallaro", Giovanni Cortese il
portavoce ufficiale, colui che ha sempre curato i rapporti della famiglia Di Lauro con
l'esterno. Cosimo manda i suoi fratelli, Marco e Ciro, a perlustrare il luogo
dell'incontro. Loro vanno a vedere, controllano che aria tira, non avvertono nessuno del
loro passaggio. Passano senza scorta, forse in auto. Veloci, ma non troppo. Osservano
le vie di fuga preparate, le sentinelle appostate, senza dare nell'occhio. Riferiscono a
Cosimo, gli raccontano i dettagli. Cosimo comprende. Avevano preparato tutto per un
agguato. Per ammazzare Paolo e chiunque l'avesse accompagnato. L'incontro era un
tranello, era un modo per uccidere e sancire una nuova era nella gestione del cartello.
Del resto un impero non si scinde allentando una stretta di mano, ma tagliandola con
una lama. Questo si racconta, questo raccontano indagini e pentiti.
Cosimo, il figlio a cui Paolo ha dato in gestione il controllo del narcotraffico con
ruolo di massima responsabilità, deve decidere. Sarà guerra, ma non la dichiara,