Page 47 - Gomorra
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esposte, le alleanze tra politici e famiglie camorriste sono più strette. Al potere i clan
            di  camorra  giungono  attraverso  l'impero  dei  loro  affari.  E  questa  è  condizione
            sufficiente per dominare su tutto il resto.

                 Gli  artefici  della  trasformazione  imprenditorial-criminale  della  periferia  di
            Secondigliano  e  Scampia  erano  stati  i  Licciardi,  la  famiglia  che  ha  la  sua  centrale
            operativa  alla  Masseria  Cardone,  un  vero  e  proprio  feudo  inespugnabile.  Gennaro

            Licciardi, "'a scigna": è stato lui il primo boss che ha determinato la metamorfosi di
            Secondigliano. Fisicamente somigliava davvero a un gorilla o a un orango. Licciardi,
            alla fine degli anni '80, era luogotenente a Secondigliano di Luigi Giuliano, il boss di
            Forcella, nel cuore di Napoli. La periferia era considerata zona infame, dove non ci
            sono negozi, non nascono centri commerciali, un territorio ai margini d'ogni ricchezza

            dove le sanguisughe delle bande estorsive non potevano alimentarsi di percentuali. Ma
            Licciardi comprese che poteva divenire uno snodo per le piazze di spaccio, un porto
            franco per i trasporti, una raccolta di manovalanza a prezzo bassissimo. Un territorio
            dove presto sarebbero spuntate le impalcature dei nuovi agglomerati urbani della città
            in  espansione.  Gennaro  Licciardi  non  riuscì  ad  attuare  pienamente  la  sua  strategia.
            Morì  a  trentotto  anni,  in  carcere,  per  una  banalissima  ernia  ombelicale,  una  fine
            impietosa  per  un  boss.  Ancor  più  perché  quando  era  più  giovane  nelle  camere  di

            sicurezza del Tribunale di Napoli, in attesa di un'udienza, era stato coinvolto in una
            rissa tra affiliati alla NCO di Cutolo e alla Nuova Famiglia, i due grandi fronti della
            camorra, e si era beccato ben sedici coltellate su tutto il corpo. Ma ne era uscito vivo.

                 La  famiglia  Licciardi  aveva  trasformato  un  luogo  che  era  soltanto  serbatoio  di
            manovalanza  in  una  macchina  per  narcotraffico:  in  imprenditoria  criminale

            internazionale. Migliaia di persone vennero cooptate, affiliate, stritolate nel Sistema.
            Tessile  e  droga.  Investimenti  nel  commercio  prima  d'ogni  cosa.  Dopo  la  morte  di
            Gennaro  "'a  scigna",  i  fratelli  Pietro  e  Vincenzo  presero  il  potere  militare,  ma  era
            Maria detta "'a piccerella" che deteneva il potere economico del clan.

                 Dopo la caduta del muro di Berlino, Pietro Licciardi trasferì la parte maggiore dei
            propri  investimenti,  legali  e  illegali,  a  Praga  e  Brno.  La  Repubblica  Ceca  fu

            completamente  egemonizzata  dai  secondiglianesi  che,  utilizzando  la  logica  della
            periferia  produttiva,  iniziarono  a  investire  per  conquistare  i  mercati  in  Germania.
            Pietro Licciardi aveva un profilo da manager, ed era chiamato dagli imprenditori suoi
            alleati  "l'imperatore  romano"  per  il  suo  atteggiamento  autoritario  e  tracotante  nel
            credere  l'intero  globo  un'estensione  di  Secondigliano.  Aveva  aperto  un  negozio  di

            vestiti  in  Cina,  un  pied-à-terre  commerciale  a  Taiwan  che  gli  avrebbe  permesso  di
            scalare anche il mercato interno cinese e non di sfruttare soltanto la manodopera. Venne
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