Page 42 - Gomorra
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DDA di Napoli erano riuscite, attraverso i pentiti e le intercettazioni, a ricostruire tutte
            le catene commerciali dei clan dai magazzini ai negozi.

                 Non c'era luogo in cui non avessero impiantato i loro affari. In Germania negozi e
            magazzini  erano  presenti  ad  Amburgo,  Dortmund,  Francoforte.  A  Berlino  c'erano  i
            negozi Laudano, Gneisenaustrasse 800 e Witzlebenstrasse 15, in Spagna al Paseo de la
            Ermita  del  Santo  30,  a  Madrid,  e  anche  a  Barcellona;  in  Belgio  a  Bruxelles,  in

            Portogallo  a  Oporto  e  Boavista;  in  Austria  a  Vienna,  in  Inghilterra  un  negozio  di
            giacche a Londra, in Irlanda a Dublino. In Olanda ad Amsterdam, e poi in Finlandia e
            Danimarca, a Sarajevo e a Belgrado. Attraversando l'Atlantico i clan secondiglianesi
            avevano investito sia in Canada, che negli Stati Uniti, arrivando in Sud America. Al
            253  Jevlan  Drive,  a  Montreal  e  a  Wood-bridge,  Ontario;  la  rete  USA  era  immensa,

            milioni di jeans erano stati venduti nei negozi di New York, Miami Beach, New Jersey,
            Chicago,  monopolizzando,  quasi  totalmente,  il  mercato  in  Florida.  I  negozianti
            americani, i proprietari dei centri commerciali volevano trattare esclusivamente con
            mediatori  secondiglianesi.  Capi  d'abbigliamento  dell'alta  moda,  dei  grandi  stilisti  a
            prezzi accessibili, permettevano che i loro centri commerciali, le loro shopping mail si
            gonfiassero di persone. I marchi impressi sui tessuti erano perfetti.


                 In un laboratorio nella periferia di Napoli è stata scoperta una matrice per poter
            stampare la gorgone di Versace. A Secondigliano si era sparsa la voce che il mercato
            americano era dominato dai vestiti del Direttorio, e questo avrebbe reso le cose più
            facili per i ragazzi che volevano andare in USA a fare gli agenti commerciali, seguendo
            il successo dei jeans della Vip moda che riempivano i negozi in Texas dove venivano
            venduti come jeans Valentino.


                 Gli affari si espandevano anche sull'altro emisfero. In Australia il Moda Italiana
            Emporio a New South Wales, 28 Ramsay Road, Five Dock, era divenuto uno dei più
            ricercati  luoghi  per  comprare  abiti  eleganti,  e  anche  a  Sydney  avevano  magazzini  e
            negozi. In Brasile, a Rio de Janeiro e Sào Paulo i secondiglianesi egemonizzavano il
            mercato  dell'abbigliamento.  A  Cuba  avevano  in  progetto  di  aprire  un  negozio  per  i
            turisti  europei  e  americani,  e  in  Arabia  Saudita  e  nel  Maghreb  avevano  iniziato  a

            investire da tempo. Il meccanismo di distribuzione che il Direttorio attuava era quello
            dei magazzini. Così li chiamavano nelle intercettazioni telefoniche: sono veri e propri
            centri di smistamento di uomini e merci. Depositi dove arrivavano ogni tipo di abiti. I
            magazzini erano il centro della raggiera commerciale dove giungevano gli agenti che
            prelevavano la merce da distribuire ai negozi dei clan o ad altri dettaglianti. La logica

            veniva  da  lontano.  Dai  magliari:  i  venditori  napoletani  che  dopo  la  Seconda  guerra
            avevano  invaso  mezzo  mondo  macinando  chilometri,  portando  in  borse  stracariche
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