Page 44 - Gomorra
P. 44
la crisi del mercato. Il Sistema, guadagnandoci cifre esponenziali, aveva continuato a
diffondere ovunque nel mondo il made in Italy.
A Secondigliano avevano compreso che la capillare rete internazionale di punti
vendita era il loro business più esclusivo, non secondario a quello della droga.
Attraverso i canali dello smercio di abiti in molti casi si muovevano anche i percorsi
del narcotraffico. La forza imprenditoriale del Sistema non si è fermata
all'abbigliamento, ha investito anche nella tecnologia. Dalla Cina, secondo quanto
emerge dall'inchiesta del 2004, i clan spostano e distribuiscono in Europa attraverso la
loro rete commerciale diversi prodotti hi-tech. L'Europa aveva il contenitore, la marca,
la fama, la pubblicità; la Cina aveva il contenuto, il prodotto in sé, la produzione a
basso costo, i materiali a prezzi irrisori. Il Sistema camorra ha unito le due cose
risultando vincente su ogni mercato. I clan avevano compreso che il sistema economico
era allo spasmo e, seguendo i percorsi delle imprese che prima investivano nelle
periferie del mezzogiorno e poi lentamente si spostavano in Cina, erano riusciti a
individuare i distretti industriali cinesi che producevano per le grandi case di
produzione occidentali. Avevano così pensato di ordinare partite di prodotti ad alta
tecnologia per rivenderli in Europa con ovviamente un marchio falso che li avrebbe
resi più appetibili. Ma non si sono fidati nell'immediato: come per una partita di coca,
hanno prima provato la qualità dei prodotti che gli vendevano le fabbriche cinesi a cui
si erano rivolti. Soltanto dopo aver testato sul mercato la validità dei prodotti, diedero
vita a uno dei traffici intercontinentali più floridi che la storia criminale abbia mai
conosciuto. Macchine fotografiche digitali e videocamere, ma anche utensili per i
cantieri: trapani, flex, martelli pneumatici, smerigliatrici, levigatrici. Tutti prodotti
commercializzati con i marchi Bosch, Hammer, Hilti. Il boss di Secondigliano Paolo
Di Lauro aveva deciso di investire in macchine fotografiche arrivando in Cina dieci
anni prima che la Confindustria stringesse rapporti commerciali con l'Oriente. Sul
mercato dell'est Europa, migliaia di modelli Canon e Hitachi vennero venduti dal clan
Di Lauro. Prodotti che prima erano appannaggio della borghesia medio-alta divennero,
attraverso l'importazione della camorra napoletana, accessibili a un pubblico più vasto.
I clan si appropriavano solo del marchio finale, per meglio introdursi nel mercato, ma
il prodotto era praticamente il medesimo.
L'investimento in Cina dei clan Di Lauro e Contini - messo a fuoco nell'inchiesta
del 2004 della DDA di Napoli - dimostra la lungimiranza imprenditoriale dei boss. La
grande impresa era terminata e così si erano sfaldati gli agglomerati criminali. La
Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo degli anni '80 era ima sorta di azienda
enorme, un agglomerato centralizzato. Poi venne la Nuova Famiglia di Carmine Alfieri