Page 39 - Gomorra
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stoffe da lui carezzate si è sentito solo. Solissimo. Perché quando qualcuno conosce
            una cosa solo nel perimetro della propria carne e del proprio cranio è come se non la
            sapesse. E così il lavoro quando serve solo a galleggiare, a sopravvivere, solo a se
            stessi, allora è la peggiore delle solitudini.

                 Rividi Pasquale due mesi dopo. L'avevano messo sui camion. Trasportava ogni tipo
            di merce - legale e illegale - per conto delle imprese legate alla famiglia Licciardi di

            Secondigliano. O almeno così dicevano. Il miglior sarto sulla terra guidava i camion
            della camorra tra Secondigliano e il Lago di Garda. Mi offrì un pranzo, mi fece fare un
            giro nel suo enorme camion. Aveva le mani rosse e le nocche spaccate. Come a tutti i
            camionisti che per ore reggono i volanti, le mani gelano e la circolazione si ingolfa.
            Non aveva un viso sereno, aveva scelto quel lavoro per dispetto, per dispetto al suo

            destino, un calcio in culo alla sua vita. Ma non si poteva sempre sopportare, anche se
            mandare  tutto  al  diavolo  significava  vivere  peggio.  Mentre  mangiavamo  si  alzò  per
            andare a salutare qualche suo compare. Lasciò il portafogli sul tavolo. Vidi uscire dal
            fagotto di cuoio una pagina di giornale piegata in quattro parti. Aprii. Era una foto, una
            copertina di Angelina Jolie vestita di bianco. Il completo cucito da Pasquale. La giacca
            portata  direttamente  sulla  pelle.  Bisognava  avere  il  talento  di  vestirla  senza
            nasconderla. Il tessuto doveva accompagnare il corpo, disegnarlo facendosi tracciare

            dai movimenti.

                 Sono  sicuro  che  Pasquale,  da  solo,  qualche  volta,  magari  quando  ha  finito  di
            mangiare, quando a casa i bambini si addormentano sfiancati dal gioco a pancia sotto
            sul divano, quando la moglie prima di lavare i piatti si mette al telefono con la madre,
            proprio  in  quel  momento  gli  viene  in  mente  di  aprire  il  portafogli  e  fissare  quella

            pagina di giornale. E sono sicuro che, guardando quel capolavoro che ha creato con le
            sue mani, Pasquale è felice. Una felicità rabbiosa. Ma questo non lo saprà mai nessuno.
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