Page 239 - Gomorra
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trasformandolo  in  un'enorme  discarica.  Si  stima  che  negli  ultimi  cinque  anni  in
            Campania siano stati smaltiti illegalmente circa tre milioni di tonnellate di rifiuti di
            ogni tipo, di cui un milione solo nella provincia di Caserta. Il casertano è un'area che
            nel "piano regolatore" dei clan è stata assegnata alla sepoltura dei rifiuti.

                 Un ruolo rilevante, nella geografia dei traffici illeciti, viene svolto dalla Toscana,
            la  regione  più  ambientalista  d'Italia.  Qui  si  concentrano  diverse  filiere  dei  traffici

            illegali,  dalla  produzione  all'intermediazione,  tutte  emerse  in  almeno  tre  inchieste:
            l'operazione  "Re  Mida",  l'operazione  "Mosca"  e  quella  denominata  "Agricoltura
            biologica" del 2004.

                 Dalla  Toscana  non  arrivano  soltanto  ingenti  quantitativi  di  rifiuti  gestiti

            illegalmente. La regione diviene una vera e propria base operativa fondamentale per
            tutta una serie di soggetti impegnati in queste attività criminali: dagli stakeholder ai
            chimici conniventi, sino ai proprietari dei siti di compostaggio che permettono di fare
            le  miscele.  Ma  il  territorio  del  riciclaggio  dei  rifiuti  tossici  sta  aumentando  i  suoi
            perimetri. Altre inchieste hanno rivelato il coinvolgimento di regioni che sembravano
            immuni,  come  l'Umbria  e  il  Molise.  Qui,  grazie  all'operazione  "Mosca",  coordinata
            dalla Procura della Repubblica di Larino nel 2004, è emerso lo smaltimento illecito di

            centoventi  tonnellate  di  rifiuti  speciali  provenienti  da  industrie  metallurgiche  e
            siderurgiche. I clan erano riusciti a triturare trecentoventi tonnellate di manto stradale
            dismesso  ad  altissima  densità  catramosa,  e  avevano  individuato  un  sito  di
            compostaggio  disponibile  a  mischiarlo  con  la  terra,  e  quindi  a  occultarlo  nelle
            campagne  umbre.  Il  riciclo  arriva  a  metamorfosi  capaci  di  guadagnare
            esponenzialmente a ogni singolo passaggio. Non bastava nascondere i rifiuti tossici, ma

            si  poteva  trasformarli  in  fertilizzanti,  ricevendo  quindi  danaro  per  vendere  i  veleni.
            Quattro ettari di terreno a ridosso del litorale molisano furono coltivati con concime
            ricavato  dai  rifiuti  delle  concerie.  Vennero  rinvenute  nove  tonnellate  di  grano
            contenenti  un'elevatissima  concentrazione  di  cromo.  I  trafficanti  avevano  scelto  il
            litorale molisano - nel tratto da Termoli a Campomarino - per smaltire abusivamente
            rifiuti  speciali  e  pericolosi  provenienti  da  diverse  aziende  del  nord  Italia.  Ma  è  il
            Veneto il vero centro di stoccaggio, secondo le indagini coordinate negli ultimi anni

            dalla  Procura  di  Santa  Maria  Capua  Vetere.  Da  anni  alimenta  i  traffici  illegali  sul
            territorio  nazionale.  Le  fonderie  settentrionali  fanno  smaltire  le  scorie  senza
            precauzioni,  mischiandolo  al  composto  usato  per  concimare  centinaia  di  campi
            agricoli.


                 Gli  stakeholder  campani  spesso  utilizzano  le  strade  del  narcotraffico  che  i  clan
            mettono a disposizione per trovare nuovi territori da scavare, nuove tombe da riempire.
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