Page 236 - Gomorra
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stakeholder mettono in contatto le industrie con gli smaltitori dei clan e, seppure da
            lontano, coordinano ogni passaggio dello smaltimento.

                 Esistono due tipi di produttori di rifiuti: quelli che non hanno altro obiettivo se non
            risparmiare  sul  prezzo  del  servizio,  non  curandosi  dell'affidabilità  delle  ditte  a  cui
            appaltano  lo  smaltimento.  Sono  quelli  che  vedono  la  loro  responsabilità  terminare
            appena  fanno  uscire  i  fusti  dei  veleni  dal  perimetro  delle  loro  aziende.  E  quelli

            direttamente  implicati  nelle  operazioni  illegali,  che  smaltiscono  loro  stessi
            illegalmente i rifiuti. In entrambi i casi la mediazione degli stakeholder è necessaria
            per garantire i servizi di trasporto e l'indicazione del luogo di smaltimento, e l'aiuto per
            rivolgersi  a  chi  di  dovere  per  la  declassificazione  di  un  carico.  L'ufficio  degli
            stakeholder è la loro automobile. Con un telefono e un portatile muovono centinaia di

            migliaia di tonnellate di rifiuti. Il loro guadagno va a percentuali sui contratti con le
            aziende,  in  relazione  ai  chili  appaltati  da  smaltire.  Gli  stakeholder  hanno  un  listino
            variabile. I diluenti, che per esempio uno stakeholder legato ai clan può smaltire, vanno
            dai dieci ai trenta centesimi al chilo. Il pentasolfuro di fosforo un euro al chilo. Terre
            di spazzamento delle strade, cinquantacinque centesimi al chilo; imballaggi con residui
            di  rifiuti  pericolosi,  un  euro  e  quaranta  centesimi  al  chilo;  fino  a  due  euro  e  trenta
            centesimi al chilo le terre contaminate; gli inerti cimiteriali quindici centesimi al chilo;

            i  fluff,  le  parti  non  in  metallo  delle  auto,  un  euro  e  ottantacinque  centesimi  al
            chilogrammo,  trasporto  compreso.  I  prezzi  proposti  ovviamente  tengono  conto  delle
            esigenze dei clienti e delle difficoltà di trasporto. I quantitativi gestiti dagli stakeholder
            sono enormi, i loro margini di guadagno esponenziali.

                 L'"Operazione Houdini" del 2004 ha dimostrato che un unico impianto in Veneto

            gestiva illegalmente circa duecentomila tonnellate di rifiuti l'anno. Il costo di mercato
            per  smaltire  correttamente  i  rifiuti  tossici  impone  prezzi  che  vanno  dai  ventuno  a
            sessantadue  centesimi  al  chilo.  I  clan  forniscono  lo  stesso  servizio  a  nove  o  dieci
            centesimi  al  chilo.  Gli  stakeholder  campani  sono  riusciti,  nel  2004,  a  garantire  che
            ottocento  tonnellate  di  terre  contaminate  da  idrocarburi,  proprietà  di  una  azienda
            chimica,  fossero  trattate  al  prezzo  di  venticinque  centesimi  al  chilo,  trasporto
            compreso. Un risparmio dell'80 per cento sui prezzi ordinari.


                 La reale forze dei mediatori, degli stakeholder che lavorano con la camorra, è la
            capacità di garantire un servizio in ogni sua parte, mentre i mediatori delle imprese
            legali propongono prezzi maggiorati, esenti dal trasporto. Eppure gli stakeholder non
            vengono quasi mai affiliati nei clan. Non serve. La non affiliazione è un vantaggio per

            le  due  parti.  Gli  stakeholder  possono  lavorare  per  diverse  famiglie,  come  battitori
            liberi,  senza  dover  subire  obblighi  militari,  particolari  imposizioni,  senza  divenire
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