Page 231 - Gomorra
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volontari nell'esercito e nelle forze di polizia. Un elenco sempre uguale, perenne,
immutabile. Il casertano, la terra dei Mazzoni, tra il Garigliano e il Lago Patria, per
trent'anni ha assorbito tonnellate di rifiuti, tossici e ordinari.
La zona più colpita dal cancro del traffico di veleni si trova tra i comuni di
Grazzanise, Cancello Arnone, Santa Maria La Fossa, Castelvolturno, Casal di Principe
- quasi trecento chilometri quadrati di estensione - e nel perimetro napoletano di
Giugliano, Qualiano, Villaricca, Nola, Acerra e Marigliano. Nessun'altra terra nel
mondo occidentale ha avuto un carico maggiore di rifiuti, tossici e non tossici, sversati
illegalmente. Grazie a questo business, il fatturato piovuto nelle tasche dei clan e dei
loro mediatori ha raggiunto in quattro anni quarantaquattro miliardi di euro. Un mercato
che ha avuto negli ultimi tempi un incremento complessivo del 29.8 per cento,
paragonabile solo all'espansione del mercato della cocaina. Dalla fine degli anni '90 i
clan camorristici sono divenuti i leader continentali nello smaltimento dei rifiuti. Già
nella relazione al Parlamento, fatta nel 2002 dal Ministro dell'Interno, si parlava
chiaramente di un passaggio dalla raccolta dei rifiuti a un patto imprenditoriale con
alcuni addetti ai lavori, finalizzato all'esercizio di un controllo totale sull'intero ciclo.
Il clan dei Casalesi, nella sua doppia diramazione, una diretta da Schiavone Sandokan
e l'altra da Francesco Bidognetti, alias Cicciotto di Mezzanotte, si spartisce il grande
business, un così enorme mercato che - pur con continue tensioni - non li ha mai portati
a uno scontro frontale. Ma i Casalesi non sono da soli. C'è il clan Maliardo di
Giugliano, un cartello abilissimo nel dislocare in maniera rapida i proventi dei propri
traffici, e capace di veicolare sul proprio territorio una quantità immensa di rifiuti. Nel
giuglianese è stata scoperta una cava dismessa completamente ricolma di rifiuti. La
stima della quantità sversata corrisponde a circa ventottomila Tir. Una massa
rappresentabile immaginando una fila di camion, uno appoggiato al paraurti dell'altro,
che va da Caserta a Milano.
I boss non hanno avuto alcun tipo di remora a foderare di veleni i propri paesi, a
lasciar marcire le terre che circoscrivono le proprie ville e i propri domini. La vita di
un boss è breve, il potere di un clan tra faide, arresti, massacri ed ergastoli non può
durare a lungo. Ingolfare di rifiuti tossici un territorio, circoscrivere i propri paesi di
catene montuose di veleni può risultare un problema solo per chi possiede una
dimensione di potere a lungo termine e con responsabilità sociale. Nel tempo
immediato dell'affare c'è invece solo il margine di profitto elevato e nessuna
controindicazione. La parte più consistente dei traffici di rifiuti tossici ha un vettore
unico: nord-sud. Dalla fine degli anni '90 diciottomila tonnellate di rifiuti tossici partiti
da Brescia sono stati smaltiti tra Napoli e Caserta e un milione di tonnellate, in quattro
anni, sono tutte finite a Santa Maria Capua Vetere. Dal nord i rifiuti trattati negli