Page 226 - Gomorra
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che dovevano ospitare nuovi agglomerati di villette e palazzotti per vacanze e turismo
sono diventate discariche incontrollate. Nessun depuratore posseduto dai paesi
costieri. Un mare marroncino bagna ormai spiagge mischiate a monnezza. In una
manciata di anni, ogni lontanissima penombra di bellezza è stata eliminata. D'estate
alcuni locali domiziani divenivano veri e propri bordelli, alcuni miei amici si
preparavano alla caccia serale mostrando il portafogli vuoto. Non di danaro, ma del
francobollo di lamina con anima circolare, ossia del preservativo. Mostravano che
andare a Mondragone a scopare senza preservativo era cosa tranquilla: "Stasera si fa
senza!".
Il preservativo mondragonese era Augusto La Torre. Il boss aveva deciso di
vegliare anche sulla salute dei suoi sudditi. Mondragone divenne una sorta di tempio
per la sicurezza totale dalla più temuta delle malattie infettive. Mentre il mondo
s'appestava di HIV, il nord del casertano era strettamente sotto controllo. Il clan era
attentissimo e così teneva sott'osservazione le analisi di tutti. Per quel che poteva,
aveva l'elenco completo dei malati, il territorio non doveva infettarsi. Così seppero
subito che un uomo vicino ad Augusto, Fernando Brodella si era beccato l'HIV. Poteva
essere rischioso, frequentava le ragazze del paese. Non pensarono di affidarlo a
qualche buon medico né di pagargli delle cure adeguate: non fecero come il clan
Bidognetti che pagava le operazioni nelle migliori cliniche europee ai propri affiliati,
affidandoli ai medici più abili. Brodella fu avvicinato e ucciso a sangue freddo.
Eliminare i malati per bloccare l'epidemia: era questo l'ordine del clan. Una malattia
infettiva e per di più trasmessa con l'atto meno controllabile, il sesso, poteva essere
fermata solo arginando per sempre gli infetti. I malati non avrebbero contagiato
nessuno con certezza solo se gli si toglieva la possibilità di vivere.
Anche gli investimenti dei propri capitali in Campania dovevano essere sicuri.
Avevano infatti comprato una villa che si trova nel territorio di Anacapri, una struttura
che ospitava la stazione locale dei carabinieri. Ricevendo il fitto dai carabinieri erano
certi di non incorrere in spiacevoli mancanze. I La Torre, quando capirono che la villa
avrebbe reso di più col turismo, sfrattarono i carabinieri e frazionando la struttura in
sei appartamenti con giardino e posto auto, la trasformarono in un centro turistico,
prima che l'Antimafia arrivasse a sequestrare tutto. Investimenti lindi, sicuri, senza
nessun azzardo speculativo sospetto.
Dopo il pentimento di Augusto, il nuovo boss Luigi Fragnoli sempre fedelissimo
dei La Torre iniziò ad avere problemi con alcuni affiliati come Giuseppe Mancone
detto "Rambo". Vaga somiglianza con Stallone, corpo pompato in palestra, stava
mettendo su una piazza di spaccio che in breve l'avrebbe portato a essere un