Page 229 - Gomorra
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vista prima. Più andava su di giri, più mi saliva un'amara malinconia. Non sono mai
riuscito a sentirmi distante, abbastanza distante da dove sono nato, lontano dai
comportamenti delle persone che odiavo, realmente diverso dalle dinamiche feroci che
schiacciavano vite e desideri. Nascere in certi luoghi significa essere come il cucciolo
del cane da caccia che nasce già con l'odore di lepre nel naso. Contro ogni volontà,
dietro la lepre ci corri lo stesso: anche se poi dopo averla raggiunta, puoi lasciarla
scappare serrando i canini. E io riuscivo a capire i tracciati, le strade, i sentieri, con
ossessione inconsapevole, con una capacità maledetta di capire sino in fondo i territori
di conquista.
Volevo soltanto andarmene dalla Scozia, andarmene per non metterci più piede.
Partii il prima possibile. Sull'aereo era difficile prendere sonno, i vuoti d'aria, il buio
fuori dal finestrino, mi prendevano direttamente alla gola come se una cravatta
stringesse forte il suo nodo proprio sul pomo d'Adamo. La claustrofobia forse non era
dovuta al posto striminzito e all'aereo minuscolo, né al buio fuori dal finestrino: ma
alla sensazione di sentirmi stritolato in una realtà di cose che somigliava a un pollaio
di bestie affamate e ammassate, pronte a mangiare per essere mangiate. Come se tutto
fosse un unico territorio con un'unica dimensione e un'unica sintassi ovunque
comprensibile. Una sensazione di non scampo, una costrizione a essere parte della
grande battaglia o a non essere. Tornavo in Italia con in mente chiaramente le due
strade più rapide di qualsiasi alta velocità, le quali veicolano in un senso i capitali che
vanno a sfociare nella grande economia europea, e nell'altro portavano a sud tutto ciò
che altrove avrebbe infettato; facendolo entrare e uscire per le maglie forzate
dell'economia aperta e flessibile, riuscendo in un ciclo continuo di trasformazione a
creare altrove ricchezze che mai avrebbero potuto innescare qualsivoglia forma di
sviluppo nei luoghi dove si originava la metamorfosi. I rifiuti avevano gonfiato la
pancia del sud Italia, l'avevano estesa come quello di un ventre gravido, il cui feto non
sarebbe mai cresciuto e che avrebbe abortito danaro per poi subito ringravidarsi, fino
di nuovo ad abortire, e nuovamente riempirsi sino a sfasciare il corpo, ingolfare le
arterie, otturare i bronchi, distruggere le sinapsi. Continuamente, continuamente,
continuamente.