Page 233 - Gomorra
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Passeggiare nell'entroterra campano è come assorbire gli odori di tutto quanto
producono le industrie. A vedere mescolato alla terra il sangue arterioso e venoso
delle fabbriche di tutto il territorio, viene in mente qualcosa di simile alla palla di
plastilina assemblata dai bambini con tutti i colori disponibili. Vicino a Grazzanise era
stata accumulata tutta la terra di spazzamento della città di Milano. Per decenni tutta la
spazzatura raccolta nelle pattumiere dai netturbini milanesi, quella scopata al mattino,
era stata raccolta e spedita da queste parti. Dalla provincia di Milano ogni giorno
ottocento tonnellate di rifiuti finiscono in Germania. La produzione complessiva è però
di milletrecento tonnellate. Ne mancano quindi all'appello cinquecento. Non si sa dove
vanno a finire. Con grande probabilità questi rifiuti fantasma vengono sparpagliati in
giro per il Mezzogiorno. Ci sono anche i toner delle stampanti ad ammorbare la terra,
come scoperto dall'operazione del 2006 "Madre Terra" coordinata dalla Procura di
Santa Maria Capua Vetere. Tra Villa Literno, Castelvolturno e San Tammaro, i toner
delle stampanti d'ufficio della Toscana e della Lombardia venivano sversati di notte da
camion che ufficialmente trasportavano compost, un tipo di concime. L'odore era acido
e forte, ed esplodeva ogni volta che pioveva. Le terre erano cariche di cromo
esavalente. Se inalato, si fissa nei globuli rossi e nei capelli e provoca ulcere,
difficoltà respiratorie, problemi renali e cancro ai polmoni. Ogni metro di terra ha il
suo carico particolare di rifiuti. Una volta un mio amico dentista mi aveva raccontato
che alcuni ragazzi gli avevano portati dei teschi. Dei teschi veri, di esseri umani, per
fargli pulire i denti. Come tanti piccoli Amleto avevano in una mano il cranio e
nell'altra una mazzetta di soldi per pagare l'intervento di pulizia dentale. Il dentista li
cacciava dal suo studio e poi mi faceva telefonate nervose: "Ma dove cazzo li
prendono 'stì. teschi? Dove se li vanno a cercare?". Immaginava scene apocalittiche,
riti satanici, ragazzini iniziati al verbo di Belzebù. Ridevo. Non era difficile capire da
dove venivano. Passando vicino Santa Maria Capua Vetere una volta avevo bucato la
ruota della Vespa. Il pneumatico si era tagliato passando sopra a una specie di bastone
affilato che credevo fosse un femore di bufalo. Ma era troppo piccolo. Era un femore
umano. I cimiteri fanno esumazioni periodiche, tolgono quello che i becchini più
giovani chiamano "gli arcimorti", quelli messi sotto terra da più di quarant'anni.
Dovrebbero smaltirli assieme alle bare e a tutto il materiale cimiteriale, lucine
comprese, attraverso ditte specializzate. H costo dello smaltimento è elevatissimo, e
così i direttori dei cimiteri danno una mazzetta ai becchini per farli scavare, e poi
buttano tutto sui camion. Terra, bare macerate e ossa. Trisavoli, bisnonni, avi di chissà
quali città si ammonticchiavano nelle campagne casertane. Se ne sversavano talmente
tanti, come scoperto dai NAS di Caserta nel febbraio 2006, che ormai la gente quando
passava vicino si faceva il segno della croce, come fosse un cimitero. I ragazzini
fregavano i guanti da cucina alle loro madri e - scavando con mani e cucchiai -
cercavano i teschi e le gabbie toraciche intatte. Un teschio con i denti bianchi, i