Page 224 - Gomorra
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gestione diretta. Ma il caso di Augusto La Torre è particolare: parlando ed essendo
            seguito  da  tutti  i  suoi,  non  doveva  temere  con  la  sua  defezione  che  qualcuno
            massacrasse la sua famiglia, né effettivamente la sua collaborazione con la giustizia
            sembra  essere  stata  determinante  per  intaccare  l'impero  economico  del  cartello
            mondragonese.

                 È stato fondamentale solo per comprendere le logiche delle mattanze e la storia del

            potere sulla costa casertana e laziale. Augusto La Torre ha parlato del passato, come
            molti boss di camorra. Senza pentiti la storia del potere non potrebbe essere scritta. La
            verità dei fatti, i dettagli, i meccanismi, senza pentiti si scoprono dieci, vent'anni dopo,
            un po' come se un uomo capisse solo dopo la morte come funzionavano i propri organi
            vitali.


                 Il  rischio  del  pentimento  di  Augusto  La  Torre  e  del  suo  stato  maggiore  è  che
            possano esserci forti sconti di pena per il racconto di ciò che è stato, in cambio della
            possibilità di uscire tutti dal carcere dopo una manciata di anni e conservare un potere
            economico legale, avendo ormai demandato il potere militare ad altri, soprattutto alle
            famiglie  albanesi.  Come  se  al  fine  di  evitare  ergastoli  e  faide  interne  per
            l'avvicendamento  dei  poteri,  avessero  deciso  di  usare  la  loro  conoscenza  dei  fatti,

            riportati con precisione e veridicità, come mediazione per continuare a vivere soltanto
            del potere legale delle proprie attività. Augusto la cella non l'aveva mai sopportata,
            non  riusciva  a  resistere  a  decenni  di  galera  come  i  grandi  boss  vicino  a  cui  era
            cresciuto. Aveva preteso che la mensa del carcere rispettasse la sua dieta vegetariana e
            siccome amava il cinema, ma non era possibile avere un videoregistratore in cella, più
            volte chiese a un editore di un'emittente locale dell'Umbria, dove si trovava detenuto,

            di mandare in onda quando ne aveva voglia, le tre parti de II Padrino, di sera, prima di
            addormentarsi.

                 Il pentimento di La Torre ha sempre grondato ambiguità secondo i magistrati, non è
            riuscito a rinunciare al suo ruolo di boss. E che le rivelazioni da pentito siano state
            un'estensione del suo potere, lo mostra una lettera che Augusto fece recapitare a suo zio
            dove lo rassicurava di averlo "salvato" da ogni coinvolgimento nelle vicende del clan,

            ma da abile narratore non risparmia una chiara minaccia a lui e altri due suoi parenti,
            scongiurando l'ipotesi che possa nascere a Mondragone un'alleanza contro il boss:

                 "Tuo genero e suo padre si sentono protetti da persone che portano a spasso il loro
            cadavere."
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