Page 215 - Gomorra
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alla fine degli anni '80 gestiva affari in Olanda dove possedeva due casinò frequentati
da clienti di calibro internazionale, dal fratello di Bob Cellino, fondatore delle case da
gioco di Las Vegas, a importanti mafiosi slavi con basi a Miami. I suoi soci erano un
tal Liborio, siciliano con entrature in Cosa Nostra, e un altro, Emi, olandese poi
trasferitosi in Spagna dove ha aperto hotel, residence e discoteche. Ed è stato
Rockefeller una delle menti - secondo le dichiarazioni dei pentiti Mario Sperlongaro,
Stefano Piccirillo e Girolamo Rozzera - che progettò assieme ad Augusto La Torre di
andare a Caracas per cercare di incontrare gruppi di narcotrafficanti venezuelani che
vendevano coca a un prezzo concorrenziale rispetto ai colombiani, fornitori dei
napoletani e Casalesi. Molto probabilmente sulla questione droga Augusto era riuscito
ad avere un'autonomia, raramente concessa dai Casalesi. Sempre Rockefeller aveva
trovato un posto dove far dormire e stare comodo Augusto durante la sua latitanza in
Olanda. Lo aveva sistemato al circolo di tiro a volo. Così seppur lontano dalle
campagne mondragonesi il boss poteva sparare ai piattelli volanti per tenersi in
esercizio. Rockefeller aveva una rete di relazioni enorme, era uno dei business man più
noti non solo in Europa, ma anche negli USA per il suo essere gestore di case da gioco
che l'aveva messo in contatto con mafiosi italoamericani che sempre di più guardavano
all'Europa come mercato per investire, scacciati com'erano lentamente e
progressivamente dai clan albanesi sempre più egemoni a New York, e sempre più
alleati alle famiglie camorriste campane. Persone capaci di trafficare droga e di
investire il loro danaro in ristoranti e alberghi, attraverso la porta aperta dei
mondragonesi. Rockefeller è il titolare del lido Adamo ed Eva, ribattezzato La Playa,
un bel villaggio turistico sulla costa mondragonese dove - secondo le accuse della
magistratura - molti affiliati amavano trascorrere la latitanza. Più comodo è il rifugio,
meno sopraggiungeranno le tentazioni di pentimento per sottrarsi alla continua fuga. E
con i pentiti, i La Torre erano stati feroci. Francesco Tiberio, il cugino di Augusto,
aveva telefonato a Domenico Pensa che aveva testimoniato contro il clan Stolder e
chiaramente l'aveva invitato ad andare via dal paese.
"Ho saputo dagli Stolder che tu hai collaborato contro di loro e di conseguenza
visto che noi in paese non vogliamo collaboratori di giustizia, te ne devi andare da
Mondragone altrimenti qualcuno verrà e ti taglierà la testa."
Il cugino di Augusto aveva talento nel terrorizzare telefonicamente chi osava
collaborare, lasciare trapelare notizie. Con un altro, Vittorio Di Telia fu esplicito, lo
invitò a comprarsi l'abito da morto.
"Comprati le camicie nere che devi parlare, neh cornuto, io ti devo ammazzare."