Page 214 - Gomorra
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La stampa inglese aveva infatti da poco iniziato a occuparsi dei boss mondragonesi
leader imprenditoriali in Scozia. "The Times" aveva pubblicato un articolo sulla storia
del "don" di Mondragone, "The Guardian" invece aveva titolato: "The Aberdeen Job",
facendo riferimento a un film statunitense, The Italian Job, a sua volta remake
dell'omonima pellicola del 1969 che in Italia uscì col titolo Colpo all'italiana. Articoli
in cui si parlava dei business criminali fatti ad Aberdeen dai boss provenienti da
"mozzarella country". Inchieste che davano notizie su Antonio La Torre, sulla moglie
scozzese Gillian Fraser, i tre figli e l'attività di imprenditore nel ramo della
ristorazione e dell'import-export di prodotti alimentari italiani in tutta la Scozia. Così i
proprietari del ristorante in Bridge Street invece di ripiegarsi sul marchio infamante
dell'appellativo mafioso di "don", avevano dato al ristorante il nome di Sopranos. Ogni
immaginario collettivo dev'essere sfruttato. Se i giornali inglesi più letti avevano
definito mafiosi i proprietari del ristorante in Bridge Street, questa definizione doveva
essere utilizzata per un lancio d'attività, una grande operazione di marketing. La
curiosità non doveva più essere fatta tacere, ma poteva venir sfruttata a proprio
vantaggio.
Antonio La Torre è stato arrestato ad Aberdeen nel marzo 2005, su di lui pendeva
un mandato d'arresto italiano per associazione a delinquere di stampo camorristico ed
estorsione. Per anni aveva evitato sia l'arresto che l'estradizione, facendosi scudo della
sua cittadinanza scozzese e del mancato riconoscimento da parte delle autorità
britanniche dei reati associativi che gli sono contestati. La Scozia non voleva perdere
uno dei suoi imprenditori più brillanti.
Nel 2002 il Tribunale di Napoli emise un'ordinanza di custodia cautelare nei
confronti di trenta persone legate al clan La Torre. Dall'ordinanza emergeva che il
consorzio criminale guadagnava ingenti somme di danaro attraverso le estorsioni, il
controllo delle attività economiche e degli appalti nella sua zona di competenza, per
poi reinvestire all'estero, in particolare in Gran Bretagna, dove si era creata una vera e
propria colonia del clan. Una colonia che non aveva invaso, non aveva portato
concorrenza al ribasso nella manodopera, ma aveva immesso linfa economica,
rivitalizzando il comparto turistico, attivando un'attività di importazione ed
esportazione prima sconosciuta alla città e dando nuovo vigore al settore immobiliare.
Ma la potenza internazionale partita da Mondragone era personificata anche da
Rockefeller. Lo chiamano così in paese per l'evidente talento negli affari e per la mole
di liquidità che possiede. Rockefeller è Raffaele Barbato, sessantadue anni, nato a
Mondragone. E suo vero nome forse l'ha dimenticato persino lui. Moglie olandese, fino