Page 209 - Gomorra
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Non c'è una reale differenza tra gli spettatori dei film in terra di camorra e qualsiasi
altro spettatore. Ovunque i riferimenti cinematografici sono seguiti come mitologie
d'imitazione. Se altrove ti può piacere Scarface e puoi sentirti come lui in cuor tuo, qui
puoi essere Scarface, però ti tocca esserlo fino in fondo.
Ma le terre di camorra sono prolifiche anche di appassionati d'arte e letteratura.
Sandokan aveva nella villa bunker un'enorme libreria con decine di testi incentrati su
due esclusivi argomenti, la storia del Regno delle due Sicilie e Napoleone Bonaparte.
Schiavone era attratto dal valore dello stato borbonico dove millanta avi tra i
funzionari in Terra di Lavoro, affascinato dal genio di Bonaparte capace di conquistare
mezza Europa, partendo da un misero grado militare quasi come lui stesso,
generalissimo di un clan tra i più potenti d'Europa in cui era entrato come gregario.
Sandokan, con un passato di studente in medicina, prediligeva trascorrere il tempo di
latitanza dipingendo icone religiose e ritratti di Bonaparte e Mussolini. Ci sono in
vendita ancora oggi, in botteghe insospettabili di Caserta, rarissimi volti santi ritratti
da Schiavone, dove al posto del volto del Cristo, Sandokan ha messo il suo. Schiavone
era un frequentatore della letteratura epica. Omero, il ciclo di Re Artù, Walter Scott le
sue letture preferite. Proprio l'amore per Scott l'ha spinto a battezzare uno dei suoi
numerosi figli con il nome altisonante e fiero di Ivanhoe.
Ma i nomi dei discendenti divengono sempre traccia della passione dei padri.
Giuseppe Misso, boss napoletano del clan del quartiere della Sanità, ha tre nipoti: Ben
Hur, Gesù ed Emiliano Zapata. Misso, che durante i processi ha assunto sempre
atteggiamenti da leader politico, da pensatore conservatore e ribelle ha recentemente
scritto un romanzo, I leoni di marmo. Centinaia e centinaia di copie vendute a Napoli in
pochissime settimane, il racconto in un libro dalla sintassi smozzicata ma dallo stile
rabbioso, della Napoli degli anni '80 e '90 dove il boss si è formato e dove emerge la
sua figura, descritta come quella di un solitario combattente contro la camorra del
racket e della droga a favore di un non ben identificato codice cavalleresco della
rapina e del furto. Durante i vari arresti nella sua lunghissima carriera criminale, Misso
è sempre stato trovato in compagnia dei libri di Julius Evola ed Ezra Pound.
Augusto La Torre, boss di Mondragone, è studioso di psicologia e vorace lettore di
Cari Gustav Jung e conoscitore dell'opera di Sigmund Freud. Dando un'occhiata ai
titoli che il boss ha chiesto di ricevere in carcere emergono lunghe bibliografie di
studiosi di psicoanalisi, mentre sempre più nel suo eloquio durante i processi citazioni
di Lacan si intrecciano a riflessioni sulla scuola della Gestalt. Una conoscenza che il
boss ha utilizzato durante il suo percorso di potere, come una inaspettata arma
manageriale e militare.