Page 213 - Gomorra
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a  un'agenzia  neanche  particolarmente  elegante.  Non  una  di  quelle  con  centinaia  di
            dépliant,  ma  un  bugigattolo  qualsiasi.  Si  poteva  però  accedere  ai  suoi  servizi  se
            presentati  da  un  contatto  mondragonese.  Se  entrava  una  persona  qualsiasi  avrebbe
            svolto  le  normali  pratiche  di  qualsiasi  agenzia  turistica.  Una  ragazza  giovanissima
            chiese a Matteo il curriculum e ci segnalò il primo volo disponibile. Aberdeen era la
            città dove lo avrebbero spedito. Gli diedero un foglietto con l'elenco di una serie di
            aziende  a  cui  avrebbe  potuto  rivolgersi  per  un  colloquio  di  lavoro.  Anzi  l'agenzia

            stessa,  in  cambio  di  pochi  spiccioli,  prenotò  appuntamenti  con  le  segreterie  degli
            addetti alla selezione del personale. Mai agenzia interinale era stata così efficiente. Ci
            imbarcammo per la Scozia due giorni dopo, un viaggio veloce ed economico per chi
            proveniva da Mondragone.


                 Ad  Abeerden  c'era  aria  di  casa.  Eppure  non  esisteva  nulla  di  più  lontano  da
            Mondragone che questa città scozzese. Il terzo centro urbano della Scozia, una città
            scura, grigiastra anche se non pioveva spesso come a Londra. Prima dell'arrivo dei
            clan italiani la città non sapeva valorizzare le risorse di tempo libero e turismo e tutto
            ciò  che  riguardava  ristoranti,  alberghi  e  vita  sociale  era  organizzato  al  triste  modo
            inglese. Abitudini identiche, locali gonfi di persone intorno ai banconi un solo giorno a
            settimana. È stato - secondo le indagini della Procura Antimafia di Napoli - Antonio La

            Torre, fratello del boss Augusto, ad attivare in Scozia una serie di attività commerciali
            in grado, in una manciata di anni, di imporsi come fiore all'occhiello dell'imprenditoria
            scozzese. La gran parte delle attività in Inghilterra del clan La Torre sono perfettamente
            lecite, acquisto e gestione di beni immobiliari e di esercizi commerciali, commercio di
            prodotti alimentari con l'Italia. Un giro d'affari enorme difficile da rendere in cifre.
            Matteo ad Aberdeen cercava tutto quello che non gli era stato riconosciuto in Italia,

            camminavamo per le strade con soddisfazione, come se per la prima volta nella nostra
            vita l'essere campani fosse condizione sufficiente a procurarci un'area di affermazione.
            Al 27 e al 29 di Union Terrace, mi trovai dinanzi a un ristorante del clan, il Pavarotti's,
            intestato proprio ad Antonio La Torre e segnalato anche dalle guide turistiche on line
            della città scozzese. Per Aberdeen era il salotto elegante, il ritrovo chic, il posto dove
            poter cenare nel migliore dei modi e il luogo idoneo per parlare di affari importanti. Le
            aziende del clan sono state pubblicizzate anche a Parigi come massima espressione del

            made in Italy presso la fiera gastronomica della capitale francese Italissima. Antonio
            La Torre vi ha infatti presentato le sue attività di ristorazione ed esposto il proprio
            marchio. Un successo che fa di La Torre uno dei primi imprenditori scozzesi in Europa.
            La  Torre  è  stato  proprietario  anche  del  Sorrento  Italy  Restaurant  in  Bridge  Street.
            Questo stesso ristorante ha d'improvviso chiuso, riaprendo con un'altra proprietà con il

            nome di Sopranos. Come la popolarissima serie televisiva americana incentrata su una
            famiglia di mafiosi italoamericani.
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