Page 208 - Gomorra
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godere dei privilegi dei camorristi. Pretendevano che i bar li servissero gratuitamente,
la benzina per i loro motorini era un dazio dovuto, le loro madri dovevano avere la
spesa pagata, e quando qualcuno osava ribellarsi arrivavano subito sfasciando vetri,
tirando schiaffi a fruttivendoli e commesse. Nella primavera del 2004 così alcuni
emissari del clan gli danno appuntamento alla periferia di Castelvolturno, zona Parco
Mare. Un territorio di sabbia, mare e spazzatura, tutto mischiato. Forse una proposta
allettante, qualche affare o addirittura la partecipazione a un agguato. Il primo vero
agguato della loro vita. Se non erano riusciti a coinvolgerli con le cattive, i boss
tentarono di incontrarli con qualche buona proposta. Me li immaginavo sui motorini
tirati al massimo, ripassarsi i passaggi salienti dei film, i momenti in cui quelli che
contano devono piegarsi all'ostinazione dei nuovi eroi. Come i giovani spartani
andavano in guerra con in mente le gesta di Achille ed Ettore, in queste terre si va ad
ammazzare e farsi ammazzare con in mente Scarface, Quei bravi ragazzi, Donnie
Brusco, Il Padrino. Ogni volta che mi capita di passare per Parco Mare, immagino la
scena che hanno raccontato i giornali, che hanno ricostruito i poliziotti. Giuseppe e
Romeo arrivarono con i motorini, molto in anticipo rispetto all'orario stabilito.
Infuocati dall'ansia. Erano lì ad attendere l'auto. Scese un gruppo di persone. I due
ragazzini gli andarono incontro per salutarli, ma immediatamente, bloccarono Romeo e
iniziarono a pestare Giuseppe. Poi poggiando la canna di un'automatica al petto, fecero
fuoco. Sono certo che Romeo avrà visto dinanzi a sé la scena di Quei bravi ragazzi
quando Tommy De Vito viene invitato a sedere nella dirigenza di Cosa Nostra in
America, e invece di accoglierlo in una sala con tutti i boss lo portano in una stanza
vuota e gli sparano alla testa. Non è vero che il cinema è menzogna, non è vero che non
si può vivere come nei film e non è vero che ti accorgi mettendo la testa fuori dallo
schermo che le cose sono diverse. C'è un momento solo che è diverso, il momento in
cui Al Pacino si alzerà dalla fontana in cui i colpi di mitra hanno fatto cascare la sua
controfigura, e si asciugherà il viso pulendosi dal colore del sangue, Joe Pesci si
laverà i capelli e farà cessare la finta emorragia. Ma questo non ti interessa saperlo, e
quindi non lo comprendi. Quando Romeo vide Giuseppe per terra, sono sicuro di una
certezza che non potrà mai avere alcun tipo di conferma, che comprese l'esatta
differenza tra cinema e realtà, tra costruzione scenografica e il puzzo dell'aria, tra la
propria vita e una sceneggiatura. Venne il suo turno. Gli spararono alla gola e lo
finirono con un colpo alla testa. Sommando la loro età raggiungevano a stento
trent'anni. Il clan dei Casalesi così aveva risolto quest'escrescenza microcriminale
alimentata dal cinema. Non chiamarono neanche anonimamente la polizia o
un'ambulanza. Lasciarono che le mani dei cadaveri dei ragazzini fossero beccate dai
gabbiani e le labbra e i nasi mangiucchiati dai randagi che circolavano sulle spiagge di
spazzatura. Ma questo i film non lo raccontano, si fermano un attimo prima.