Page 172 - Gomorra
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proprie mazzate economiche che avrebbero ingolfato qualsiasi gruppo economico.
Qualsiasi, ma non il cartello dei Casalesi. Ogni volta che leggevo dei sequestri di
immobili, ogni volta che avevo dinanzi agli occhi gli elenchi di beni che la DDA
sequestrava ai boss, mi saliva una sensazione di sconforto e stanchezza, ovunque mi
girassi sembrava che tutto fosse loro. Tutto. Terre, bufale, masserie, cave, rimessaggi
d'auto e caseifici, alberghi e ristoranti. Una sorta di onnipotenza camorrista, non
riuscivo a vedere altro che non fosse loro proprietà.
C'era un imprenditore che più d'ogni altro aveva avuto questo potere totale, quello
di divenire padrone d'ogni cosa: Dante Passarelli di Casal di Principe. Venne arrestato
anni fa per associazione camorristica, accusato di essere il cassiere del clan dei
Casalesi, l'accusa propose la condanna a otto anni di reclusione per 416 bis. Non era
semplicemente uno dei moltissimi imprenditori che facevano affari con e per mezzo dei
clan. Passarelli era l'Imprenditore in assoluto, il numero uno, il più vicino, il più fidato.
Era un ex salumiere con grandi capacità commerciali e queste qualità gli erano bastate,
poiché venne prescelto - secondo le accuse - per divenire l'investitore di una parte dei
capitali del clan. Divenne grossista e poi industriale. Da imprenditore della pasta era
diventato anche imprenditore edile e poi dallo zucchero era passato al catering, fino al
calcio. Il patrimonio di Dante Passarelli, secondo una stima della DIA, valeva tra i
trecento e i quattrocento milioni di euro. Buona parte di quella ricchezza era frutto di
partecipazioni azionarie e cospicue quote di mercato nel settore agro-alimentare. Era
di sua proprietà riparti, uno dei più importanti zuccherifici italiani. Era leader nella
distribuzione dei pasti con la Passarelli Dante e figli, che si era aggiudicata l'appalto
per le mense degli ospedali di Santa Maria Capua Vetere, Capua e Sessa Aurunca, era
proprietario di centinaia di appartamenti, sedi commerciali e industriali. Al momento
del suo arresto, il 5 dicembre 1995, quei beni furono sottoposti a sequestro: nove
fabbricati a Villa Literno; un appartamento a Santa Maria Capua Vetere; un altro a
Pinetamare; un fabbricato a Casal di Principe. E poi: terreni a Castelvolturno, a Casal
di Principe, a Villa Literno, a Cancello Arnone, il complesso agricolo La Balzana, a
Santa Maria la Fossa, composto da duecentonove ettari di terreno e quaranta fabbricati
rurali. E poi il suo fiore all'occhiello, Anfra III, un lussuosissimo yacht con decine di
stanze, parquet, e vasca idromassaggio a bordo, tenuto in rimessaggio a Gallipoli. Su
Anfra III Sandokan e consorte avevano fatto una crociera nelle isole greche. Le
indagini stavano procedendo alla progressiva confisca dei beni quando Dante
Passarelli venne trovato morto, nel novembre 2004, caduto dal balcone di una delle sue
case. Fu la moglie a trovare il corpo. La testa spaccata, la spina dorsale frantumata. Le
indagini sono tuttora in corso. Non si comprende ancora se è stata fatalità, o una
notissima mano anonima a far cadere l'imprenditore dal balcone in costruzione. Con la
sua morte tutti i beni, che sarebbero dovuti passare alla disponibilità dello Stato, sono