Page 171 - Gomorra
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possono dominare in ogni passaggio. Noli a freddo, movimento terre, trasporti, inerti,
manodopera.
Le ditte dell'agro aversano sono pronte per intervenire: organizzate, economiche,
veloci, efficienti. Le imprese edili a Casal di Principe sono ufficialmente
cinquecentodiciassette. Moltissime sono diretta emanazione dei clan, altre centinaia si
trovano in tutti i paesi dell'agro aversano, un esercito pronto a cementificare ogni cosa.
I clan non sembrano aver bloccato lo sviluppo del territorio, quanto piuttosto dirottato
nelle loro casse i vantaggi. In un fazzoletto di pochissimi chilometri negli ultimi cinque
anni sono stati edificati dei veri e propri troni commerciali di cemento: uno dei più
grandi cinema multisala d'Italia, a Marcianise, il più grande centro commerciale del
sud Italia a Teverola, il più grande centro commerciale d'Europa sempre a Marcianise,
tutto in una regione con altissimi tassi di disoccupazione e con un'emorragia continua di
emigrazione. Enormi agglomerati commerciali che piuttosto che non-luoghi - come li
avrebbe definiti l'etnologo Marc Auge - parevano degli inizio-luoghi. Supermercati
dove tutto ciò che poteva essere comprato e consumato deve permettere alla
cartamoneta di far battezzare capitali e danari che altrimenti non avrebbero trovato
precisa origine legittima. Luoghi da dove deve iniziare l'origine legale del danaro, il
battesimo ufficiale. Più centri commerciali si edificano, più cantieri si innalzano, più
merci giungono, più fornitori lavorano, più trasporti avvengono, più velocemente il
danaro riuscirà a oltrepassare i perimetri frastagliati dei territori illegali in quelli
legali.
I clan hanno beneficiato dallo sviluppo strutturale della provincia e sono pronti a
prendere parte al bottino. Attendono con ansia l'inizio delle grandi opere sul territorio:
la metropolitana di Aversa e l'aeroporto di Grazzanise, che sarà uno dei più grandi
d'Europa, costruito a poca distanza dalle masserie che furono di Cicciariello e di
Sandokan.
I Casalesi hanno disseminato la provincia di loro beni. Soltanto i beni immobili
sequestrati dalla DDA di Napoli nell'ultima manciata di anni ammontano a
settecentocinquanta milioni di euro. Gli elenchi sono spaventosi. Solo per il
procedimento del processo "Spartacus" avevano sequestrato centonovantanove
fabbricati, cinquantadue terreni, quattordici società, dodici autovetture e tre
imbarcazioni. Nel corso degli anni erano stati sequestrati a Schiavone e ai suoi
fiduciari, in un procedimento del 1996, beni per quattrocentocinquanta miliardi,
aziende, villini, terreni, fabbricati e automobili di grossa cilindrata (tra cui la Jaguar su
cui trovarono Sandokan all'epoca del primo arresto). Sequestri che avrebbero distrutto
qualsiasi azienda, perdite che avrebbero messo sul lastrico ogni imprenditore, vere e