Page 170 - Gomorra
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Poche manciate di chilometri, paesi minuscoli, budelli di viottoli, e masserie
sperdute per le campagne, eppure impossibile beccarli. Sono in paese. Si muovono su
percorsi internazionali ma tornano in paese, per la parte maggiore dell'anno stanno in
paese. Lo sanno tutti. Eppure non li beccano. Le strutture di copertura sono così
efficienti da impedire l'arresto. Le loro ville continuano a essere abitate da parenti e
famiglie. Quella di Antonio Iovine a San Cipriano somiglia a un palazzotto liberty,
mentre la villa di Michele Zagaria invece è un vero e proprio complesso edilizio tra
San Cipriano e Casapesenna, una casa con al posto del tetto una cupola di vetro per
permettere alla luce di entrare e alimentare la crescita di un enorme albero che
troneggia al centro del salone. La famiglia Zagaria possiede decine di aziende satellite
in tutta Italia ed è - secondo i magistrati della DDA di Napoli - la prima impresa
italiana nel movimento terre. La più potente in assoluto. Una supremazia economica che
non nasce dalla diretta attività criminosa, ma dalla capacità di equilibrare capitali
leciti e illeciti.
Queste ditte riescono a proporsi in modo profondamente concorrenziale. Hanno
vere e proprie colonie criminali in Emilia, Toscana, Umbria e Veneto, dove
certificazioni e controlli antimafia sono più blandi e permettono il trasferimento di
interi rami d'azienda. I Casalesi prima imponevano il pizzo agli imprenditori campani
al nord adesso gestiscono direttamente il mercato. Nel modenese e nell'aretino i
Casalesi hanno in mano la maggior parte degli affari edilizi e si portano dietro
manodopera essenzialmente casertana.
Le indagini in corso mostrano che le imprese edili legate al clan dei Casalesi si
sono infiltrate nei lavori dell'alta velocità al nord, dopo averlo fatto al sud. Come
dimostra un'inchiesta coordinata dal giudice Franco Imposimato del luglio 1995, le
grandi imprese vincitrici dell'appalto della TAV Napoli-Roma avevano subappaltato i
lavori a Edilsud, legata proprio a Michele Zagaria, ma anche ad altre decine di
imprese legate al cartello casalese. Un affare, quello dell'alta velocità Napoli-Roma,
che ha fruttato circa diecimila miliardi di lire.
Le inchieste dimostrarono che il clan Zagaria aveva già fatto accordi con le 'ndrine
calabresi per partecipare con le proprie aziende agli appalti, qualora le linee dell'alta
velocità avessero raggiunto Reggio Calabria. Erano pronti i Casalesi, come lo sono
ora. La costola di Casapesenna del sodalizio casalese è riuscita a penetrare - secondo
le indagini della Procura Antimafia di Napoli degli ultimi anni - in una serie di lavori
pubblici al centro-nord partecipando alla ricostruzione dell'Umbria dopo il terremoto
del 1997. Ogni grande appalto e cantiere le ditte di camorra dell'agro aversano lo