Page 160 - Gomorra
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sindaco di Casal di Principe e l'altro cugino Nicola assessore alle Finanze. Passaggi
            importanti per riuscire ad affermarsi in paese, che nella fase d'ascesa significa molto. Il
            potere di Sandokan si affermò nei primi anni del suo dominio anche attraverso stretti
            legami  politici.  Per  un  conflitto  con  la  vecchia  Democrazia  Cristiana,  a  Casal  di
            Principe  i  clan  appoggiarono  nel  1992  il  Partito  Liberale  Italiano  che  ebbe  la  più
            grande impennata della sua storia: da un risicato 1 per cento balzò, dopo il sostegno
            del clan, al 30 per cento. Ma tutti gli altri uomini di primo piano del clan erano ostili

            alla leadership assoluta di Sandokan. Soprattutto i De Falco, gruppo capace di avere
            dalla propria carabinieri e poliziotti, alleanze imprenditoriali e politiche. Nel 1990 ci
            furono  diverse  riunioni  dei  dirigenti  Casalesi.  A  una  fu  invitato  anche  Vincenzo  De
            Falco,  soprannominato  *"o  fuggiasco".  I  boss  avrebbero  voluto  eliminarlo.  Lui  non
            arrivò. Arrivarono invece i carabinieri che arrestarono i convitati. Nel 1991 Vincenzo

            De Falco venne ucciso, lo crivellarono di colpi nella sua macchina. La polizia lo trovò
            accasciato su se stesso con lo stereo a palla e una cassetta di Modugno che ancora
            girava.  Dopo  questa  morte  ci  fu  una  spaccatura  tra  tutte  le  famiglie  della
            confederazione dei Casalesi. Da un lato le famiglie vicine a Sandokan-Iovine: Zagaria,
            Reccia, Bidognetti, e Caterino; dall'altra le famiglie vicine ai De Falco: Quadrano, La
            Torre, Luise, Salzillo. I De Falco risposero alla morte del "fuggiasco" ammazzando
            Mario Iovine a Cascais, in Portogallo nel 1991. Lo crivellarono di colpi mentre era in

            una  cabina  telefonica.  Con  la  morte  di  Iovine  fu  terreno  aperto  per  Sandokan
            Schiavone. Ci furono quattro anni di guerre, massacri, quattro anni di mattanze continue
            tra le famiglie vicine a Schiavone e quelle dei De Falco. Anni di stravolgimenti di
            alleanze, di clan che passavano da una parte all'altra dello schieramento, non ci fu una
            vera e propria soluzione, ma una spartizione di territori e poteri. Sandokan divenne
            l'emblema della vittoria del suo cartello sulle altre famiglie. Dopo, tutti i suoi nemici si

            riconvertirono  in  suoi  alleati.  Cemento  e  narcotraffico,  racket,  trasporti,  rifiuti  e
            monopolio  nel  commercio  e  nelle  imposizioni  di  forniture.  Questo  era  il  territorio
            aziendale  dei  Casalesi  di  Sandokan.  I  consorzi  del  cemento  divennero  un'arma
            fondamentale per i clan Casalesi.

                 Ogni  impresa  edile  deve  rifornirsi  di  cemento  dai  consorzi,  e  così  questo
            meccanismo  diventava  fondamentale  per  mettere  in  relazione  i  clan  con  tutti  gli

            imprenditori edili esistenti sul territorio e con tutti gli affari possibili. Il prezzo del
            cemento dei consorzi gestiti dai clan, come dichiarato spesso da Carmine Schiavone,
            riusciva ad avere vantaggi esponenziali perché, oltre al cemento, le navi dei consorzi
            distribuivano  armi  ai  paesi  mediorientali  con  embargo.  Questo  secondo  livello  di
            commercio  permetteva  di  abbattere  i  costi  del  livello  legale.  I  clan  Casalesi

            guadagnavano  in  ogni  passaggio  dell'economia  dell'edilizia.  Fornendo  cemento,
            fornendo  ditte  in  subappalto  per  la  costruzione  e  ricevendo  una  tangente  sui  grossi
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