Page 154 - Gomorra
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"Nun te preoccupa', un'altra guerra ci sarà..."

                 La saggezza del potere possiede una pazienza che spesso gli imprenditori più abili
            non  hanno.  I  Casalesi  nel  1977  avevano  trattato  l'acquisto  di  carri  armati,  i  servizi
            segreti italiani segnalarono che un Leopard smontato e pronto per essere spedito, si
            trovava alla stazione di Villa Literno. Il commercio dei carri armati Leopard è stato a
            lungo  mercato  gestito  dalla  camorra.  Nel  febbraio  del  1986  venne  intercettata  una

            telefonata dove esponenti del clan dei Nuvoletta trattavano l'acquisto di alcuni Leopard
            con l'allora Germania dell'Est. Anche con l'avvicendarsi dei capi, i Casalesi rimasero
            sul  piano  internazionale  referenti  non  solo  di  gruppi  ma  di  interi  eserciti.
            Un'informativa del SISMI e del centro di controspionaggio di Verona del 1994 segnala
            che  Zeljco  Raznatovie,  meglio  conosciuto  come  la  "tigre  Arkan",  ebbe  rapporti  con

            Sandokan Schiavone, capo dei Casalesi. Arkan fu fatto fuori nel 2000 in un albergo di
            Belgrado.  È  stato  uno  dei  criminali  di  guerra  serbi  più  spietati,  capace  con  le  sue
            incursioni di radere al suolo i paesi musulmani della Bosnia, fondatore di un gruppo
            nazionalista, i "Volontari della Guardia Serba". Le due tigri si allearono. Arkan chiese
            armi per i suoi guerriglieri, e soprattutto la possibilità di aggirare l'embargo imposto
            alla Serbia, facendo entrare capitali e armi sotto forma di aiuti umanitari: ospedali da
            campo,  medicinali  e  attrezzature  mediche.  Secondo  il  SISMI  però  le  forniture  -  del

            valore complessivo di svariate decine di milioni di dollari -erano in realtà pagate dalla
            Serbia mediante prelievi dai propri depositi presso una banca austriaca, ammontanti a
            ottantacinque milioni di dollari. Quei soldi venivano poi girati a un ente alleato dei
            clan serbi e campani, che avrebbe dovuto provvedere a ordinare alle varie industrie
            interessate  i  beni  da  dare  come  aiuto  umanitario,  pagando  con  soldi  provenienti  da
            attività illecite, e attuando così il riciclaggio degli stessi capitali. E proprio in questo

            passaggio entrano in scena i clan Casalesi. Sono loro ad aver messo a disposizione le
            ditte, i trasporti, i beni per effettuare l'operazione di riciclaggio. Servendosi dei suoi
            intermediari Arkan, secondo le informative, chiese l'intervento dei Casalesi per mettere
            a  tacere  i  mafiosi  albanesi  che  avrebbero  potuto  rovinare  la  sua  guerra  finanziaria,
            attaccando  da  sud  o  bloccando  il  commercio  di  armi.  I  Casalesi  calmarono  i  loro
            alleati albanesi, dando armi e concedendo ad Arkan una serena guerriglia. In cambio
            aziende, imprese, negozi, masserie, allevamenti furono acquistati dagli imprenditori del

            clan a ottimo prezzo e l'impresa italiana si disseminò in mezza Serbia. Prima di entrare
            nel fuoco della guerra, Arkan ha interpellato la camorra. Le guerre, dal Sud America ai
            Balcani, si fanno con gli artigli delle famiglie campane.
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