Page 151 - Gomorra
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Due etarras, i militanti baschi José Miguel Arreta e Grada Morillo Torres trattarono -
secondo indagini della Procura di Napoli del 2003 - per dieci giorni in una suite di un
albergo di Milano. Prezzi, percorsi, scambi. Si misero d'accordo. L'ETÀ inviava
cocaina attraverso i militanti dell'organizzazione per ricevere in cambio armi. L'ETÀ
avrebbe costantemente abbassato il costo della coca che si procurava attraverso i
contatti con i gruppi guerriglieri colombiani e si assumeva i costi e le responsabilità
dell'arrivo della merce in Italia: tutto pur di mantenere rapporti con i cartelli campani,
gli unici forse in grado di fornire interi arsenali. Ma l'ETA non voleva solo
kalashnikov. Chiedeva armi pesanti, esplosivi potenti e soprattutto lanciamissili.
I rapporti tra camorra e guerriglieri sono sempre stati prolifici. Persino in Perù, da
sempre patria d'elezione dei narcos napoletani. Nel 1994 il Tribunale di Napoli si è
rivolto per rogatoria alle autorità peruviane per svolgere indagini dopo che una decina
di italiani erano stati fatti fuori a Lima. Indagini indirizzate a svelare i rapporti che i
clan napoletani avevano intrattenuto - attraverso i fratelli Rodriguez - con il MRTA.
I guerriglieri dal fazzoletto rosso e bianco tirato a triangolo sul volto. Anche loro
avevano trattato con i clan, persino loro. Coca in cambio di armi. Nel 2002 venne
arrestato un avvocato, Francesco Magliulo, legato secondo le accuse al clan
Mazzarella, la potente famiglia di San Giovanni a Teduccio con un pied-à-terre nella
città di Napoli, al quartiere Santa Lucia e Forcella. Lo avevano seguito per oltre due
anni, nei suoi affari tra Egitto, Grecia e Inghilterra. Una telefonata intercettata
proveniva da Mogadiscio, dalla villa del generale Aidid, il signore della guerra
somalo che - contrapponendosi alle bande di Ali Mahdi - aveva ridotto la Somalia a un
corpo dilaniato e marcio da seppellire assieme ai rifiuti tossici di mezz'Europa. Le
indagini sui rapporti tra il clan Mazzarella e la Somalia proseguirono in ogni direzione,
e sicuramente l'elemento del traffico d'armi divenne una pista fondamentale. Anche i
signori della guerra divengono signorine davanti alla necessità di approvvigionarsi di
armi con i clan campani.
Nel marzo 2005 fu impressionante la potenza di fuoco ritrovata a Sant'Anastasia,
paese alle falde del Vesuvio. Una scoperta avvenuta un po' per caso, un po' per
indisciplina dei trafficanti che iniziarono a pestarsi per strada perché committenti e
trasportatori non si erano accordati sui prezzi. Quando arrivarono i carabinieri
smontarono i pannelli all'interno del furgoncino, fermo vicino alla scazzottata, trovando
una delle più grandi santabarbare mobili che si siano mai viste. Mitragliatrici Uzi
complete di quattro serbatoi, sette caricatori e centododici proiettili calibro 380,
mitragliatori di origine russa e ceca capaci di sparare a raffica novecentocinquanta
colpi al minuto. Seminuove, ben oliate, la matricola intatta, le mi-tragliette erano